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giovedì 26 aprile 2012

George Orwell scrive postumo: "2012 ce lo chiede l'Europa"



Mi spiace scomodare un defunto per un semplice post, ma il grande scrittore di 1984 e La fattoria degli animali mi viene in mente in questi giorni, per la sua competenza nel poter romanzare quanto accade ultimamente in Italia. Chi meglio di colui che ha scritto del grande fratello e del maiale Napoleone potrebbe romanzare i continui stravolgimenti che la nostra nazione sta subendo, senza oramai più freni inibitori all'indecisione ed al pressapochismo da parte di chi per decenni ha svolto funzioni pubbliche o manageriali di rilievo altissimo, persone che hanno amministrato e diretto risorse indicibili e poi si ritrovano a gestire la nazione come fosse diventata una partita a carte con tanto di piatto e rilancio, e continue carte giocate al buio.
E che dire di chi addirittura tali materie le ha insegnate per decenni, formando le nuove classi dirigenti, e che adesso brancolano nel buio più totale senza arte ne parte.
Scrivo questo con grande tristezza, abbiamo abbandonato un tunnel per finire in un dirupo, le famiglie che sono allo stremo e la grande industria annaspa senza obiettivi e prospettive, i farabutti continuano ad essere tali con lo scomodarsi giusto per qualche piccolo correttivo alle ripetute nefandezze.
Dalla passata politica del reality show e della lap dance, ora siamo di fronte alla politica del so tutto io e del talk show, del ...si scansi che lei non è all'altezza, delle agenzie che riprendono le notizie prese da Twitter!
Dico, ma cosa cavolo sta succedendo? Vi rendete conto che oramai la comunicazione istituzionale viaggia su Twitter e gli amati e strapagati giornalisti non hanno di meglio da fare che rilanciare dei messaggini del cacchio di 80 battute?!?!!
Un tempo un bravo giornalista scavava nelle notizie, le verificava e le coltivava, le analizzava, e con queste procedure sbatteva in prima pagina fatti di cronaca e di politica, di economia e di storia, faceva un "culo tanto" al potente di turno quando questo abusava del proprio status e lo sbugiardava di fronte alla piazze, ma soprattuto di fronte alla verità.
Oggi vediamo notizie di tasse, di stravolgimenti epocali e di tartassamenti che hanno come fonte Facebook oppure una dichiarazione all'uscita della Scala di Milano, vengono lanciate e rilanciate, smentite e contro-smentite, ed il potente e la lobby sotto fuoco non fa altro che cambiare il disegno di legge sulla base dello sputtanamento in atto.
Ma allora cosa ci sta a fare il Parlamento? Facciamo le leggi su Twitter che costa meno? Dove sono quei principi democratici che ci rendono moderni?
Che fine hanno fatto i veri tecnici? Quelle persone ombra che lavorano agli uffici stampa oppure agli uffici legislativi, che senza fare scalpore analizzano le notizie prima che siano date in pasto alla stampa, danno comunicati ufficiali e posizioni stabili e non umori da pizzeria e argomenti da piazza grande.
Ma sopratutto dove sono gli esperti che fanno in modo che siano i fatti con gli atti pubblici a precedere le notizie, e non il contrario!
E' questo il futuro che dobbiamo intraprendere? Lo Stato ed il bene pubblico non sono merce cedibile alle regole dello show bussines, la vita delle famiglie non sono umori e sensazioni, è VITA DI PERSONE CHE LAVORANO E VORREBBERO MANTENERE LA DIGNITA' CHE GLI CONTRADISTINGUE.
In fine azzardo nel dire che neanche Orwell, forse, avrebbe avuto il talento di arrivare al sopraddetto romanzo.
Buona vita, Demian.