benvenuto

il mio blog è come la mia casa, chi vi entra sa di poter trovare accoglienza e conforto, ma con la spada vigile che protegge dal male.

domenica 26 dicembre 2010

Blog successivo



Mai capitato di navigare tra i blog cliccando blog successivo??

ovviamente vi sarà capitato, ed è normale snidare qualche blog con questo sistema. Il mio dilemma è: per quale maledetto meccanismo te stai su un blog che giudichi interessante, vai verso il successivo, intuisci che esiste un qualche collegamento con quello precedente e vieni rapito dal tasto "successivo". Allora continui e pure il terzo ci azzecca. Il quarto diresti che ci è finito per errore, ma al prossimo ti riporta sulla tematica a te preferita.

Invece no, cominciano ad uscire i santini, e poi le parrocchie, e poi i bigotti di quelle cazzo di gite della speranza verso le statue che piangono, parlano o fanno i tarocchi!!

Ma dico, succede solo a me oppure è una regola segreta di evangelizzazione delle masse internaute?

Mi sono rotto le palle di trovarmi sempre sti blog bigotti al quinto colpo, cancello i cookie (almeno quei pochi che riescono a passare i miei filtri) elimino tutto. Sbianco la memoria al computer.

Riprovo ed 1..2..3..4..toh Gesù in promozione.
AAAAAHHHHHH

martedì 21 dicembre 2010

Scontro civile

































Queste immagini sono la più cruda rappresentazione della condizione sociale italiana, sono la cartina al tornasole dei valori disciolti nella ipocrisia, nella rabbia, nella violenza, nell'iniettitudine alla civile convivenza. Quelle forme minime di rispetto verso il prossimo e verso se stessi sono precluse a tutta una generazione ingorda di successo e di presenzialismo, avida del proprio egocentrismo più barbato e devastante.
Inutile nascondersi dietro una riforma scolastica, quale che essa sia, inutile difendere la propria ferocia con il disagio giovanile, vergognoso infine sostenere che la lotta di piazza è l'unico strumento per combattere il capitalismo e la carenza di occupazione e sicurezze economiche.
Le società cambiano, si adeguano e si avvolgono sui propri principi ed errori, ma di fatto la violenza a qualsiasi titolo procurata gratuitamente a beni e persone non sarà mai la chiave di svolta, se non verso un imbarbarimento della causa e dell'effetto.
Con quale senso morale si può uscire la mattina, salutando la propria mamma e fratellini, andare sul bus, incontrare il gruppo di amici di battaglia e recarsi in piazza, oppure strada, indossare un armamentario composto da casco, sciarpa e guanti, per poi sfidare da dietro questa ipocrita maschera il "potere costituito" ovvero dei poliziotti pagati per garantire il rispetto delle regole. Così è semplice spaccare e sfondare tutto quanto rappresenta il capitalismo, negozi e banche, mezzi pubblici e beni artistici secolari, McDonald's e sedi pubbliche, senza metterci la faccia. Uomini nascosti nella mischia, parti ben integrate in una folla priva di soggetti, l'onda avanza minacciosa ma con un proprio nucleo vuoto.
Ma questi giovani (il termine per questioni demografiche oramai accoglie pure trentenni sfaticati) lottano contro se stessi, combattono una battaglia contro i soprusi e contro gli abusi dei tiranni del capitalismo, ma esibiscono tutti quei simboli consumistici di cui sono ghiotti divoratori.
Si organizzano usando internet, scambiano messaggi con i cellulari, leggono e-book, si cibano di panini preconfezionati con coca cola, ascoltano la musica piratata su mp3, vestono abiti alla moda qualunque essa sia, etc.
Allora contro cosa combatto questi quattro fessi che ogni volta devastano il bene comune, probabilmente sfuggono dall'inezia e capacità di autodeterminarsi in una società frenetica che non rispetta più nessuno.
Un tempo questi fenomeni erano collegati ad attività politiche estremiste, dove si cullavano leader e trascinatori, movimenti in cui si sono formati anche personaggi politici e quando si discutteva si leggeva filosofia e storia. Ora nelle piazze si agitano adolescenti demotivati e disossati, viziati, pronti a combattere pur di ottenere tutto e subito, senza passare da quelle regole di sacrificio e meritocrazia.
Mi ricordo anni la famosa spesa sociale del gruppo anarchico insurreazionalista di Casarini, andarono nei centri commerciali a rubare per il famoso diritto al possesso di un neo anarchico Robin Hood, solo che questi delinquenti non rubarono pane e formaggio o libri di testo per la loro fame fisica ed intellettuale. Uscirono dai negozi con tutti quegli oggetti tipici del mondo consumista: notebook, telefoni, macchine fotografiche, telecamere, forni a microonde etc.
Forse l'argomento oramai si poggia su una piattaforma di banalità sconcertante, ma di fatto così è se vi pare!
Non posso nutrire rispetto per chi non mi rispetta, posso dare solidarietà al povero lavoratore che combatte per mantenere lo stipendio, ovviamente fino a quando la protesta non diventa reato, ma per questa classe di imbecilli che vogliono solo essere contro (ma cosa?) nessuna pietà, una sana dose di galera e di rieducazione sociale, mandandoli a lavorare per i veri poveri, per i malati, per gli sfortunati, solo così potrei vedere giustizia.
Ed in ultima battuta, si vada ad osservare quanto fatto al liceo romano in questi giorni, sede di occupazione di giovani borghesotti capitalini, vestiti e nutriti dai propri genitori, hanno devastato in modo atroce la scuola che gli avrebbe liberati dalla propria ignoranza, che gli avrebbe consentito quella emancipazione necessaria per avere un ruolo ed una valenza sociale.
Anche qui non hanno certo fatto gare di lettura o laboratori culturali autogestiti, hanno distrutto tutto!

sabato 20 novembre 2010

Ruby e Berlusconi, sesso al Grande Fratello, Amici di Maria De Filippi nudi da Morgan ad Xfactor con Simona Ventura


Sei arrivato fino a questo post, e probabilmente hai fatto una ricerca tipicamente scienti-fica!
La foto di sopra è la prima apparsa su Google immagini dopo avere avviato la ricerca "puttanone". Ok adesso con grande senso di vergogna ammetto di avere usato la foto e gli aggettivi sotto elencati solo per vedere di quanto tale argomento potrà fare aumentare i visitatori di questo blog.
I progammi televisivi che annullerei con decorrenza immediata e distruzione di tutte le registrazioni sono: Grande Fratello; Xfactor, Pupa e il secchione, Beutiful; Uomini e donne; Ciao Darwin; C'è posta per te; Forum; Mistero; Chiambretti night; L'isola dei famosi; Chi l'ha visto; Matrix; Porta a porta; Annozero.
Di pari i personaggi che manderei a zappare la terra (la terra mi perdoni) sono: Costanzo; Maria de Filippi; Rita dalla Chiesa; Barbara d'Urso; Pupo, Paolo Conti; Pino Insegno; Luca Laurentis; Bonolis, Paola Perego; Lorena Bianchetti; Giletti; Emanuele Filiberto; Emilio Fede; Alessia Marcuzzi; Morgan; Simona Ventura; Gialappa's band; Teo Nammucari.
Aggiungo che si parla tanto di Berlusconi ed il caso Ruby Rubacuori, con la Minetti e tutte le letterine, di cui preciso non me ne potrebbe fregare di meno di scrivere tra i miei post (scluso questa vile trappola!).
E dopo questo aggancio vigliacco, prova a leggere i vari post che compongono questo blog, sono argomenti vari che trattano di esistenzialismo, politica, filosofia, esperienze personali etc.
Oppure accontentanti della foto del "puttanone" e continua la tua ricerca.
Buona navigazione. Demian

mercoledì 10 novembre 2010

ed intanto Saviano diventa la nuova letterina


Roberto Saviano, giovane promessa e promosso alla diagnosi italica di tutti i mali, l'uomo fautore del risveglio morale ed intellettuale, il partenopeo che spiegò al mondo il bene ed il male.
O molto più semplicemente, una persona diventata icona di quattro fessi, l'ennesima madonna che lacrima in questa italietta sempre a caccia dei miracoli?
Premetto che ho avuto alle dipendenze chi Roberto lo ha conosciuto da ragazzino, forse mentre girava in bici, potrei dire di conoscerne parte della storia passata, quel doloroso lutto che lo ha portato a conoscere la camorra, quella assassina e feroce, il suo battesimo è stato duro. LA solidarietà è quindi massima e affettuosa.
Ha scritto un libro che ha spopolato nel mondo, una bella opera cui va il tributo di aver recensito con fare certosino sulle vicende di una delle principali associazioni di delinquenza organizzata: la camorra. Ma, si noti, un libro che non racconta nulla di nuovo se non per il carattere di completezza recensiva, un libro che qualsiasi operatore di polizia giudiziaria, magari che lavora tra Afragola, Portici oppure i Quartieri Spagnoli, avrebbe potuto scrivere.
Quindi non una rivelazione ma una ripetizione della notizia.
Faccio il distinguo che, mentre il primo parla alle piazze sotto scorta, gli altri le piazze le vivono di giorno e di notte, con sole e freddo buttati in qualche autovettura, oppure a rileggere atti e trascrizioni, costretti a casa per paura di essere ammazzati. E la camorra spara, pure tanto, non rientri a casa per paura di essere ammazzato e ti chiudi in caserma, oppure alle tre di notte prendi figli e mogli e li porti da tua zia o chissà dove, perché il collega ti avverte che gira gente strana sotto casa tua, ed alle sette sei già a lavoro!!
Ma è la vita, ognuno interpreta la propria parte come meglio può!
Adesso, felice della sua promozione ad icona della sinistra libertà fa le apparizioni controllate in televisione, Celentano ha atteso trent'anni per potersi permettere una cavolata del genere, diventa addirittura martire politico e vittima di quella nazione che gli ha dato i natali, associa il suo nome a persone cui va il vero onore come i magistrati caduti in battaglia (quelle legali).
Pretende di sapere tutto e di poterlo spiegare ai posteri, ma di fatto fortunatamente rimane una persona liberamente in grado di esprimere le proprie opinioni e buttare fango per questioni ideologiche e preconcette (e poi che manca la democrazia).
Provasse a diventare uomo della pubblica amministrazione, oppure un politico che deve amminstrare la cosa pubblica, discutendo con colleghi e oppositori perché la ragione sta sempre nel mezzo, mai da una sola parte. Condividere, assecondare le proprie scelte per accontentare tutti e fare il bene collettivo, evitando sperperi di pubblico denaro.
Non vai mica a fare l'assessore o il dirigente affrontando gli altri con un bel monologo su quale sia la via giusta. Amministrare, gestire, comandare ed essere comandati è assai più complesso.
Invece, alla stregua delle letterine e veline passate dai vari grandi fratello, abbiamo un opinionista che non ha fatto scuola politica, ne filosofica, ne giuridica, ne giornalistica, eppure distribuisce la ricetta dell'elisir e la gente gli dà anche retta, oltre a lauta ricompensa!!

lunedì 1 novembre 2010

E l'Italia andò a ..puttane!


Questa volta sembrava la volta buona, anni e anni di vuoto cosmico, leggi e leggine adatte a vivere alla giornata, come dire il minimo sindacale. Invece per la prima volta si parla di riforme, vere riforme quali federalismo fiscale, scuola, giustizia, legge elettorale ... insomma sostanza piuttosto che le solite fesserie salva facciata. Ovviamente nel mucchio anche varie boiate ed autentiche porcate, ma la media propendeva comunque per autentiche riforme. Un inizio di governo tra i più promettenti del periodo post seconda repubblica (pessimo aggettivo giornalistico). Il premier si presenta con fare meno ironico e più condottiero, ancora con qualche modus operandi da piano bar, comunque maturo e ben consigliato dai suoi delfini, ha imparato le lezioni precedenti, e crea una squadra di governo composta da persone non male: Giulio, Renato, Bobo, Mariastella, etc. oltre a qualche zavorra che comunque, come il sale, si aggiunge sempre alla fine.
L'Italia aveva come ha tuttora bisogno di linee guida, di azione di governo decisa a superare quegli sbarramenti culturali e di inerzia patologica che, da troppi anni, ci fanno andare alla deriva. Il periodo storico-economico peraltro, porta pioggia e venti forti, giacché l'Europa si accolla il peso di governi troppo azzardati, di una crisi che sbarca direttamente dagli states, reduci da anni di scelte disastrose. Le banche creano una delle più grande crisi di settore, e i risparmi volano via. La crisi mondiale è all'analisi di specialisti di chiara fama, compreso il nostro Giulio che le idee le ha chiarissime: basta con lo Stato mammone e i figli parassiti, avanti con i risparmi di bilancio e sforzi imposti a tutti i settori di spesa pubblica. Purtroppo la logica del risparmio e del metabolismo basale non è sposata da tutti i dicasteri, qualcuno propende sempre per mantenere un minimo di visibilità in spese superflue. E si litiga!!
La sinistra che fa? vegeta come sempre, combatte per le proprie poltrone, si affanna a giustificare il motivo del proprio rigor mortis, non ha idee e progetti a medio lungo termine, annaspa nel proprio egocentrismo retrospettivo. Insomma non hanno idea di che cosa dire perché non hanno idea di cosa succede, e di conseguenza non hanno proposte degne di una opposizione costruttiva.
Si naviga a vista con visioni dualistiche, o sei fascista o comunista, si apre alla lotta sociale anziché al dialogo sociale, con risvolti che gli imbecilli e i fannulloni trovano subito il concime che attendevano. Ed iniziano le bordate trasversali, si parte con il gossip che pure i peggiori giornaletti per casalinghe avevano abbandonato. Ogni tanto un omicidio efferato riempie le prime pagine e porta in quarta le vicende di questa nostra povera Italia.
Bastava poco, sicuramente non tutto era giusto, alcuni progetti erano strampalati e faziosi, ma davvero si poteva cambiare qualcosa, riformare quei settori ammalati: scuola, giustizia, pubblica amministrazione, spesa pubblica folle, eliminare istituti tumorali come: province; assunzioni indecorose di fannulloni e drogati senza regola dagli enti locali; enti culturali in mano a quattro professori come delle case private; etc.
Invece tra froci e puttane, tra morti e vacanzieri, tutto è finito in una bolla di sapone sporca di fango! Coma nella migliore tradizione, si è bruciata ogni occasione di fare, dedicandosi solo al come e al quando, e lasciando tutto invariato. Tutto ruota su quattro puttane e altrettanti froci, qualche ladro di galline, con una strategia da “spina nel fianco” che manco i migliori manuali di destabilizzazione politica di STASI e CIA dei vecchi tempi.
La sinistra applaude soddisfatta, ridacchia delle continue trappole ben riuscite, chi governa ha perso la grinta necessaria e pensa al cerottino giornaliero, oppure allo share mattutino. Ma intanto nessuno da regole a questa deriva sociale, morale, economica, del diritto, dei doveri, etc.
Ma vale la pena far morire i propri figli per il piacere di vedere soffrire il proprio nemico? io non credo proprio.
Mi viene in mente la storia del genio che chiede a colui che lo libera, dimmi un tuo desiderio ed io ti prometto che lo realizzerò, ma bada che al tuo peggiore nemico raddoppierò quanto da te chiesto. E lui rispose, allora cavami subito un'occhio.
Chissà come la racconteranno fra decenni gli storici.

sabato 8 maggio 2010

tra le pagine di un libro


Durante un discorso "casereccio" con mia moglie, si osservava una recensione libraia su un best seller del momento: "Cotto e mangiato" di una delle sorelle Parodi (rielaborazione del trio Carlucci?). La recensione in breve assumeva un provocatorio tono di sdegno verso un libro tendente all'inutile ed al banale, che però ha conquistato le vette di vendita a dispetto di tutti quei bravi e intelligenti scrittori che, consumando tempo ed intelletto per scrivere pagine di libri, quasi mai hanno la possibilità di emergere tra i prodotti commerciali citati per vendita elevata. Quanto potrebbe essere motivo di orgoglio per alcuni intellettuali!
La tematica è già di per sè pregna di demagogia, mi si perdoni quindi il post, ma l'oggetto del discorso domestico era il dover accettare prodotti popolari che hanno impennate mostruose contro quanto di buono esiste in tutte le librerie italiane.
Il paragone immediato con la televisione è stato necessario come la panna sulle fragole.
Si analizzava il trend negativo di libri letti tra la popolazione italica, considerando pure che alcuni tra gli intervistati tuttora confondono cataloghi e spesse riviste con veri libri dotati di codice ISBN, alcuni addirittura vi inseriscono le collezioni Harmony ed il manuale del videoregistratore (NOOOO!!!!).
Credo che il libro rimane quel momento di esercizio intellettuale irrinunciabile, dove la piatta scrittura tipografica va ad assumere quella tridimensionalità creata dalle emozioni e dalle sensazioni che competono, in via del tutto intima ed esclusiva, al lettore.
La televisione è chiaramente più semplicistica, completa gran parte dei sensi e richiede poca attenzione, raramente partecipazione. Un libro chiede fantasia e disponibilità, il voltare pagina è motivo di conquista. La lettura necessita della capacità di compensare con la propria immaginazione e completare con la propria cultura.
Un libro è per sempre ...e costa meno dei diamanti.

giovedì 11 marzo 2010

ESSERE GIOVANI



 
La giovinezza non è un periodo della vita,
essa, è uno stato dello spirito,
un effetto della volontà,
una qualità dell’Immaginazione,
un’intensità emotiva,
una vittoria del coraggio sulla timidezza,
del gusto dell’avventura sull’amore del conforto.
Non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni,
si diventa vecchi perché si è abbandonato il nostro Ideale.
Gli anni aggrinziscono la pelle,
la rinuncia al nostro Ideale aggrinzisce l’anima.
Le preoccupazioni, le incertezze, i timori e i dispiaceri
sono I nemici che, lentamente ci fanno piegare verso la terra
e diventare polvere prima della morte.
Giovane è colui che, si stupisce e si meraviglia,
che domanda come un ragazzo Insaziabile: e dopo?
che sfida gli avvenimenti e trova la gioia al gioco della vita.
Voi siete così giovani come la vostra fede,
così vecchi come la vostra incertezza,
così giovani come la vostra fiducia In voi stessi,
così giovani come la vostra speranza,
così vecchi come il vostro scoramento.
Voi resterete giovani fino a quando resterete ricettivi,
ricettivi a ciò che è bello, buono e grande,
ricettivi ai messaggi della natura,
dell’uomo e dell’infinito.
Se un giorno Il vostro cuore dovesse essere morso dal pessimismo e corroso dai cinismo,
possa Dio aver pietà della vostra anima dl vecchi.
 
Generale Mac Arthur
ai Cadetti di West Point neI 1945

venerdì 19 febbraio 2010

Selvaggio blu


Esiste una terra magica, dove le montagne hanno nascosto per secoli vallate inospitali, pareti rocciose a picco sul mare, cenge sospese tra graniti millenari, dove il vento ha strappato o storpiato qualsiasi pianta. Qui dei passaggi creati in gran parte dalla transumanze delle capre, oppure dal cammino di uomini solitari. L'unione dei vari sentieri, come in un gioco di enigmistica, ha portato alla realizzazione di uno dei trekking più belli ed estremi che abbia effettuato.
Si cammina per cinque giorni, con zaino affardellato, scorta di acqua e viveri, corde e accessori vari, sacco a pelo e quant'altro possa occorrere per cavarsela da soli.
La partenza è un inerpicarsi per massi granitici, qualche strada usata dai pastori locali, con il mare che appare e scompare come un bambino che gioca a nascondersi. La quota di camminamento è bassa, ma pian piano si arriva ai primi passaggi tecnici, massima attenzione alle pietraie oppure ai punti di impluvio. Il mare qui regna sovrano, con quel blu elettrico che solo la natura ha saputo creare, misto al sole autunnale ed alla terra selvaggia in tutte le sue cromie. Qui mi confronto con i quattro elementi della natura, assecondo la loro forza con il rispetto e la curiosità dell'apprendista.
Si cammina per tutto il giorno, fotografo ed annoto sul mio taccuino, osservo animali soli o in piccoli gruppi. Nel sottobosco si vede l'opera di scavo notturna lasciata dai conghiali. Il silenzio è apparente, la calma pure. Tutt'intorno a noi è un esplodere di vita, vita pura priva d'ipocrisia, vita fatta di necessità e certezza.
La sera ci si ferma, si individua un riparo e si raccoglie la legna per il fuoco prima del buio, si preparano i giacigli. La luce cede con dolcezza il passo alla notte, il mondo del sole sparisce. Il mondo del razionale e del lavoro, in cui si parla di genti e delle loro vite, in cui si mangia lo stretto necessario e si suda tanto, si dilegua per far spazio al buio.
Entriamo nel mondo della luna, delle fate con le loro magie. Il mondo irrazionale dei sogni, si parla delle genti delle loro storie e paure, si mangiano cibi cotti con il fuoco per fare baldoria, si beve il vino inebriante.
Quindi la notte delle stelle, in cui ci si abbandona al sonno e le fatiche della giornata si scaricano sulla nuda terra che ci ha portato sofferenza per il tanto camminare. Il sonno diventa profondo, quasi una morte apparente in cui solo il pensiero rimane in opera, giacché a lui è devoluto il compito di “riaccendere il corpo”.
E così, come dopo ogni sonno, il sole riappare ad indicarci la via e la vita. Così ci si sveglia pronti a ricominciare. Prima di andare via si riporta tutto allo stato in cui stava prima del nostro passaggio, rispettando la natura con lo stesso impegno con cui rispettiamo noi stessi.
Una colazione energetica, acqua, zuccheri, frutta secca. Poi in marcia, sui sentieri di “selvaggio blu” verso la nuova giornata di trek tra rocce, macchia mediterranea, capre solitarie e qualche falchetto o astore in cerca di prede. Noi stessi a contatto con la natura cerchiamo quello che potrà offrirci per e nostri bisogni: acqua di sorgente, bacche o frutti spontanei.
In alcuni tratti il passaggio è semplice, in altri dobbiamo attrezzare le vie su rocce a strapiombo, sfruttando le corde per quei punti critici. Altre volte si scende rapidamente in corda doppia quasi a bagnarsi le scarpe con le gocce d'acqua create dalle onde che si infrangono sugli scogli.
In cinque giorni non incontriamo nessuno, talvolta sentiamo qualche voce lontana, gente che rincorre il proprio bestiame, oppure gente che come noi abbandona le strade asfaltate per le pietre impolverate.
La simbiosi con la natura è totale, l'uomo è di nuovo ospite e non padrone, la fatica è fisica e quasi mai mentale. I vestiti puzzano di sudore, la pelle è rossa per il sole e per la polvere. Ma la libertà di questi luoghi non ha eguali.
Gli ultimi passaggi in corda sono fantastici, ma anche tristi se si pensa che ci portano verso il mondo asfaltato.
La strada ridiventa larga e pianeggiante, le voci ora sono accompagnate da corpi umani, gli animali ora hanno un guinzaglio, il cibo è abbondante, l'acqua scorre inutilmente da rubinetti aperti.
Il fuoco accende sigarette che poi cadono per terra, bruciando steppe e boschi.
Ora sto in una sedia, di fronte ad un computer a digitare di emozioni e sensazioni di un trekking di qualche anno fa, e si riaccendono dei ricordi che la mente rivive con malinconia.
Le mie emozioni forti sono vivere quotidiano per tante persone della montagna, il mio cercare l'estremo è l'antitesi del cercare la tranquillità di tanti altri.
Scrivo nel mio computer in una stanza calda, pubblico in rete, fuori continua a piovere e soffia il maestrale.

sabato 23 gennaio 2010

Tre tazze di té



tratto dal libro in foto di cui consiglio vivamente la lettura:

-- La prima volta che dividi il tuo té con un baltì, sei uni straniero. La seconda volta, sei un ospite onorato. La terza volta diventi parte della famiglia, e, per la nostra famiglia, noi siamo pronti a fare qualunque cosa, anche morire.--

-- Dottor Greg, devi trovare il tempo per condividere tre tazze di té. Forse siamo ignoranti. Ma non siamo stupidi. Siamo vissuti e sopravissuti qui per tanto tempo.--



tratta da: http://www.tretazzedite.it/

domenica 10 gennaio 2010

I "galleggiatori"



E' da tempo che cerco di trovare i contorni ad una tipologia di persone che ahimè sempre meno riesco a sopportare. Trovare una parola che descriva tale modello alla fine mi ha condotto ad una definizione: sono delle persone che galleggiano.
Non nuotano e manco affondano, vivono perennemente in una condizione in cui il galleggiare è l'unica attività degna di nota. Non affondano perché il loro sforzo è perennemente commisurato a tenere il corpo a galla, giammai si nota però uno sforzo superiore che consenta un movimento volontario. Non nuotano perché nella propria condizione caratteriale non è prevista un'azione che superi l'autosufficienza, che consenta il conseguimento di un fine od il raggiungimento di un guadagno.
La loro esistenza è pigra e vuota, sono tendenzialmente portati alla lamentela gratuita, tutto il loro mondo è commisurato ad una forma di egoismo ed egocentrismo che ricorda il periodo infantile, producono una serie di pensieri i cui risultati si realizzano solamente nella dimensione del nulla cosmico, probabilmente per il solo mantenimento di quell'attività celebrale connessa all'autosufficienza.
A volerne pensare bene parrebbe l'archetipo dell'Aurea Mediocritas di Orazio, ma credo invece sia semplicemente un imprescindibile tabù che limita l'autodeterminazione propositiva ed evolutiva.
Il galleggiamento coinvolge sempre più adepti, e mi chiedo se esistano scuole specifiche o dei centri di raccolta, oppure un qualche momento individuabile in cui ci si stacca dalla realtà e si comincia la vuota navigazione, che porterà a trascorrere il resto dell'esistenza passando di fianco a tutti gli avvenimenti ...senza mai cozzarne uno!
Si vedono spesso maree di uomini trasportati dalle onde, dalle correnti marine, muoversi in banchi omogenei oppure in piccoli gruppi, si confondono tra loro ed è impossibile trovare un'identità individuale nella massa. Loro si nutrono di calcio, grandi fratelli, pay tv, gossip, protesi fisiche varie, social network.
E' da notare che hanno una colorazione corporea, spontanea, variabile sulla base della colorazione predominante del gruppo in cui si trovano sospesi.
Se devo fare un'analisi teologica del mio enunciato, è probabile che proprio costoro sono i veri ed unici figli dell'Assoluto, che crea le onde marine e i moti perpetui.
Ma se manco così è, chi sono costoro?
Questa grande massa che si riproduce e si dibatte nei propri escrementi.