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lunedì 1 novembre 2010

E l'Italia andò a ..puttane!


Questa volta sembrava la volta buona, anni e anni di vuoto cosmico, leggi e leggine adatte a vivere alla giornata, come dire il minimo sindacale. Invece per la prima volta si parla di riforme, vere riforme quali federalismo fiscale, scuola, giustizia, legge elettorale ... insomma sostanza piuttosto che le solite fesserie salva facciata. Ovviamente nel mucchio anche varie boiate ed autentiche porcate, ma la media propendeva comunque per autentiche riforme. Un inizio di governo tra i più promettenti del periodo post seconda repubblica (pessimo aggettivo giornalistico). Il premier si presenta con fare meno ironico e più condottiero, ancora con qualche modus operandi da piano bar, comunque maturo e ben consigliato dai suoi delfini, ha imparato le lezioni precedenti, e crea una squadra di governo composta da persone non male: Giulio, Renato, Bobo, Mariastella, etc. oltre a qualche zavorra che comunque, come il sale, si aggiunge sempre alla fine.
L'Italia aveva come ha tuttora bisogno di linee guida, di azione di governo decisa a superare quegli sbarramenti culturali e di inerzia patologica che, da troppi anni, ci fanno andare alla deriva. Il periodo storico-economico peraltro, porta pioggia e venti forti, giacché l'Europa si accolla il peso di governi troppo azzardati, di una crisi che sbarca direttamente dagli states, reduci da anni di scelte disastrose. Le banche creano una delle più grande crisi di settore, e i risparmi volano via. La crisi mondiale è all'analisi di specialisti di chiara fama, compreso il nostro Giulio che le idee le ha chiarissime: basta con lo Stato mammone e i figli parassiti, avanti con i risparmi di bilancio e sforzi imposti a tutti i settori di spesa pubblica. Purtroppo la logica del risparmio e del metabolismo basale non è sposata da tutti i dicasteri, qualcuno propende sempre per mantenere un minimo di visibilità in spese superflue. E si litiga!!
La sinistra che fa? vegeta come sempre, combatte per le proprie poltrone, si affanna a giustificare il motivo del proprio rigor mortis, non ha idee e progetti a medio lungo termine, annaspa nel proprio egocentrismo retrospettivo. Insomma non hanno idea di che cosa dire perché non hanno idea di cosa succede, e di conseguenza non hanno proposte degne di una opposizione costruttiva.
Si naviga a vista con visioni dualistiche, o sei fascista o comunista, si apre alla lotta sociale anziché al dialogo sociale, con risvolti che gli imbecilli e i fannulloni trovano subito il concime che attendevano. Ed iniziano le bordate trasversali, si parte con il gossip che pure i peggiori giornaletti per casalinghe avevano abbandonato. Ogni tanto un omicidio efferato riempie le prime pagine e porta in quarta le vicende di questa nostra povera Italia.
Bastava poco, sicuramente non tutto era giusto, alcuni progetti erano strampalati e faziosi, ma davvero si poteva cambiare qualcosa, riformare quei settori ammalati: scuola, giustizia, pubblica amministrazione, spesa pubblica folle, eliminare istituti tumorali come: province; assunzioni indecorose di fannulloni e drogati senza regola dagli enti locali; enti culturali in mano a quattro professori come delle case private; etc.
Invece tra froci e puttane, tra morti e vacanzieri, tutto è finito in una bolla di sapone sporca di fango! Coma nella migliore tradizione, si è bruciata ogni occasione di fare, dedicandosi solo al come e al quando, e lasciando tutto invariato. Tutto ruota su quattro puttane e altrettanti froci, qualche ladro di galline, con una strategia da “spina nel fianco” che manco i migliori manuali di destabilizzazione politica di STASI e CIA dei vecchi tempi.
La sinistra applaude soddisfatta, ridacchia delle continue trappole ben riuscite, chi governa ha perso la grinta necessaria e pensa al cerottino giornaliero, oppure allo share mattutino. Ma intanto nessuno da regole a questa deriva sociale, morale, economica, del diritto, dei doveri, etc.
Ma vale la pena far morire i propri figli per il piacere di vedere soffrire il proprio nemico? io non credo proprio.
Mi viene in mente la storia del genio che chiede a colui che lo libera, dimmi un tuo desiderio ed io ti prometto che lo realizzerò, ma bada che al tuo peggiore nemico raddoppierò quanto da te chiesto. E lui rispose, allora cavami subito un'occhio.
Chissà come la racconteranno fra decenni gli storici.

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