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il mio blog è come la mia casa, chi vi entra sa di poter trovare accoglienza e conforto, ma con la spada vigile che protegge dal male.

martedì 12 maggio 2009

discorsi brevi

Qualche giorno fa, un discorso domestico verteva sulla convenienza del rispetto delle regole, sul voler sempre stare dalla parte del giusto (normalmente un'azione utile a se stessi ma in nessun caso limitativa di diritti e libertà altrui se non nel rispetto delle noromali regole civili) e affrontare la vita stessa con un continuo senso di "giustizia". La chiaccherata era mirata a stabilire se essere sempre "corretti" con gli altri ha una sua finalità benevola e conveniente, giacché spesso si è sorpassati dalle ingiustizie o dai furbi, nei tempi e con i metodi più disparati.
Stante la legge naturale della selezione della specie, visto che tale fenomenologia tipica umana (gli animali hanno sempre scopi più profondi di alimentazione o controllo del territorio) ha sovente una gratuicità spiazzante in quanto la deplorevole azione è spesso mirata ad acquisire emozioni secondarie (prestigio, denaro, potere etc.), sembrerebbe di assistere all'avanzata del popolo degli sciacalli. Questa è una visione estrema, in cui l'uomo sovverte se stesso, come spesso ho già detto nel mio blog.
Ma il profondo rispetto che nutro per la figura umana, che nasce integra ma talvolta si corrompe nel branco, mi porta comunque a non accettare che l'uomo sia totalmente portato all'autodistruzione, oltremodo le sue doti intellettive e di adattamento ne fanno un essere dalle infinite possibilità di creare anche del bene, e molti sono gli uomini che fanno quotidianamente del bene verso gli altri.
Concludo citando un detto che ho sentito nella tradizione buddista, che invita a gettare petali di rose per la terra che si calpestra se si vuole percorrere la strada della felicità.
Ed anche quanto recita Paulo Cohelio, quando invita a fare continui "versamenti" nella banca delle buone azioni, nella convizione che gli stessi siano prima o poi verranno restituiti, e comunque l'aver aiutato qualcuno abbisognevole è già un premio.

domenica 3 maggio 2009

io sono


Sono sempre stato troppo timido ed impacciato, fin da piccolo.
L'educazione troppo restrittiva, il dover sempre rinunciare al gioco quando ci si stava per sporcare, le brusche interruzioni delle battaglie tra bambini per strada quando era ora del riposo, il non dover mai esagerare in nulla!
Questo sarà servito a proteggermi dalle cattive amicizie e ad insegnarmi a essere un "bambino educato", ma mi ha anche lasciato impreparato e vuoto di fronte a quelle esperienze forti e traumatiche della crescita, assorbivo come una spugna senza mai perdere una goccia di emozioni, belle o brutte.
Da piccolo tutto funzionava bene, ma crescendo e interagendo con altre persone sono emersi tutti i limiti della mia scarsa esperienza.
Gli amici erano una parentesi fra la mia solitudine, scrivevo storie di fantasia e ne creavo colori e volti, ma mai ho avuto qualcuno a cui raccontarle.
E così sono sempre stato uno che non salta l'ostacolo, mi fermo prima nonostante tutti i miei sforzi, tutt'ora se vedo l'ostacolo ho l'istinto di non saltare.
Nell'adolescenza ho cambiato varie amicizie, sostituivo gli amici quando mi deludevano, mi sganciavano loro quando ero io a deludere, ma di fatto non ho nessun ricordo di un amico che mi avrebbe teso la mano se fosse servito.
Ed io ho una mia responsabilità a riguardo, perchè a me continuava a mancare sempre l'ultimo metro, il famoso centesimo cancello della barzelletta, nel coltivare fino in fondo un'amicizia con altri.
Quando ero piccolo avevo un angolo segreto, nel sottoscala di casa mia, dove scappavo, piangevo, sognavo, volavo su ali di carta.
Gli anni sono passati, tanta è stata la fortuna e molti gli ostacoli che alla fine ho saltato, e con successo. Ho sviluppato un carattere forte e deciso, ma sento che dietro ancora c'è il bambino del sottoscala.
Ora da adulto, cerco di vivere con spirito di fratellanza e giustizia, verso gli altri e me stesso. Cavalco i miei ideali con convinzione, il che mi da spesso problemi in un mondo dove l'ipocrisia è soppravivenza. Ammetto quando sbaglio, cercando di farne tesoro come qualsiasi persona intelligente.
Credo di avere una buon idea di chi sono e cosa voglio, dei miei pregi e diffetti, ma continuo a non avere qualcuno a cui poterli raccontare.