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il mio blog è come la mia casa, chi vi entra sa di poter trovare accoglienza e conforto, ma con la spada vigile che protegge dal male.

domenica 3 maggio 2009

io sono


Sono sempre stato troppo timido ed impacciato, fin da piccolo.
L'educazione troppo restrittiva, il dover sempre rinunciare al gioco quando ci si stava per sporcare, le brusche interruzioni delle battaglie tra bambini per strada quando era ora del riposo, il non dover mai esagerare in nulla!
Questo sarà servito a proteggermi dalle cattive amicizie e ad insegnarmi a essere un "bambino educato", ma mi ha anche lasciato impreparato e vuoto di fronte a quelle esperienze forti e traumatiche della crescita, assorbivo come una spugna senza mai perdere una goccia di emozioni, belle o brutte.
Da piccolo tutto funzionava bene, ma crescendo e interagendo con altre persone sono emersi tutti i limiti della mia scarsa esperienza.
Gli amici erano una parentesi fra la mia solitudine, scrivevo storie di fantasia e ne creavo colori e volti, ma mai ho avuto qualcuno a cui raccontarle.
E così sono sempre stato uno che non salta l'ostacolo, mi fermo prima nonostante tutti i miei sforzi, tutt'ora se vedo l'ostacolo ho l'istinto di non saltare.
Nell'adolescenza ho cambiato varie amicizie, sostituivo gli amici quando mi deludevano, mi sganciavano loro quando ero io a deludere, ma di fatto non ho nessun ricordo di un amico che mi avrebbe teso la mano se fosse servito.
Ed io ho una mia responsabilità a riguardo, perchè a me continuava a mancare sempre l'ultimo metro, il famoso centesimo cancello della barzelletta, nel coltivare fino in fondo un'amicizia con altri.
Quando ero piccolo avevo un angolo segreto, nel sottoscala di casa mia, dove scappavo, piangevo, sognavo, volavo su ali di carta.
Gli anni sono passati, tanta è stata la fortuna e molti gli ostacoli che alla fine ho saltato, e con successo. Ho sviluppato un carattere forte e deciso, ma sento che dietro ancora c'è il bambino del sottoscala.
Ora da adulto, cerco di vivere con spirito di fratellanza e giustizia, verso gli altri e me stesso. Cavalco i miei ideali con convinzione, il che mi da spesso problemi in un mondo dove l'ipocrisia è soppravivenza. Ammetto quando sbaglio, cercando di farne tesoro come qualsiasi persona intelligente.
Credo di avere una buon idea di chi sono e cosa voglio, dei miei pregi e diffetti, ma continuo a non avere qualcuno a cui poterli raccontare.

3 commenti:

Karma e Maia ha detto...

demian..é uno dei pochi libri che son riuscito a leggere fino all'ultima pagina, mi ci identifico ancora..senza dimenticare il sinclair che é in noi, che altrimenti il dualismo umano non si dará mai pace..le tue parole proiettano immagini sentite dalla zona piú inaccessibile di quanto spesso ci sembra di (sop)portare...bel post, davvero..

Demian ha detto...

apprezzo il commento, ho letto Demian subito dopo Siddartha, quale passaggio obbligato della mia giovanile ricerca interiore. Il sapersi vedere dentro, da adulti, è anche il sapersi conoscere ed accettare, portandoci a delineare i tratti di quel volto che spesso si nasconde dietro la "maschera" della personalità.

Anonimo ha detto...

Siamo stati tutti una volta un Demian un altra un Sinclar,il primo da bambini ingenui ed indifesi verso la vita, il secondo da giovani adulti, sopratutto se siamo diventati genitori, ma è proprio in quel momento che ridiveniamo un pò Demian, quando davanti alla nascita di uun figlio ci sentiamo naturalmente portati a rimettere in discussione ciò che eravemo e ciò che siamo, ciò che ci ha condotto al nostro presente, comprese le lacune e le esperienze educative dei nostri genitori, per poter essere meglio di loro.
Il dualismo continua inesorabile per tutta la vita e, dentro di noi albergherà sempre l'indifeso Demian che si farà proteggere dal maturo (l'IO) sinclair.