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il mio blog è come la mia casa, chi vi entra sa di poter trovare accoglienza e conforto, ma con la spada vigile che protegge dal male.

domenica 3 agosto 2008

Riflessioni

Come stabilire una associazione razionale all'immagine di una entità sopra tutto e tutti (Dio, Creatore, Architetto, Profeta etc.) che si colloca tra lo spazio celeste e la misera terra.
L'Uomo è suo figlio e da lui discende in modo diretto, per cui siamo pure noi entità con spirito divino, e se così fosse quale è il limite che ci distingue o la dote che ci accomuna rispetto al nostro padre creatore?
Siamo forse noi tutti semplici personaggi di un grande teatro, e quale sarà mai il canovaccio?
Quanti semplici ma immensi dubbi, ripetuti nei secoli da teologi, scienziati, gnostici, fisolosofi...

Mi piace immaginare un soluzione più "terrena" dove, in un mondo antico, vi sia stato una civiltà evoluta ed in seno ad essa un gruppo di eletti abbia raggiunto un proprio apice di conoscenza. Di questo è rimasta traccia nella tradizione orale e nella storia delle cose, e forse nella stessa identità umana, che nei tempi moderni viene poi falsata e corrotta dalla società!
Tale visione mi tiene distante dalle varie religioni e teorie settiane, di cui non condivido l'arroganza di rivendicare il passato dell'uomo e la pretesa di volerne gestire il presente per la futura salvezza. Trovo nel dogma tipicamente professato ben poco di divino, in gran parte dei casi lo stesso incorpora invece tutte le incertezze e perversioni umane, spesso legate alla paura dell'autodeterminazione dell'essere, scongiurando attraverso il controllo sociale che ogni persona abbia piena facoltà di costruire un percorso individuale da cui emerga l'IO SONO. Ogni dogma è una fuga dalla contingenza umana, mirato a stabilire una giustificazione piuttosto che una consapevolezza.
Ogni religione diventa una maschera che nasconde l'uomo a se stesso ed ai suoi simili, crea dei limiti a percezione e comunicazione, rende quello che in noi è veramente magico come qualcosa di sterile.
Preferisco quindi immaginare che l'essere umano, distintosi tra gli altri animali per le doti intellettive, abbia raggiunto in un qualche periodo una conoscenza di se, un momento di massimo spendore e stima. Prima della caduta nel baratro dell'attuale autoditruttivismo.