benvenuto

il mio blog è come la mia casa, chi vi entra sa di poter trovare accoglienza e conforto, ma con la spada vigile che protegge dal male.

venerdì 26 dicembre 2008

Un gesto




Basta un piccolo gesto, un accenno di storia, un embrione di emozione, per innescare un avvenimento che può diventare un bel ricordo. Talvolta si ha la negligenza di non dare seguito ad un'idea o un'intuizione, e mantenerla ferma nella mente fino al prossimo pensiero, perdendo la grande occasione di seminare le teoria per raccoglierne i suoi frutti. La pigrizia è spesso sovrana e determina molti aborti per cui la gente pensa ma non sperimenta.
Non occorrono grandi progetti o imprese memorabili per cambiare la storia, basta un gesto affettuoso, dettato da amore e fantasia e con il suo piccolo contributo, creare un evento che cambia la vita di una persona, foss'anche per un solo minuto, ma colmo di gioia.
Si direbbe che in altrettanto poco tempo si può sperimantare il male di pari al bene, ma la mia teoria si applica alla vita piuttosto che alla sua negazione.
L'universo è spesso a portata di mano, si tratta solo di saperne accettare e condividere i suoi piccoli spazi, senza pretendere di passare sempre dell'immenso. E' guardando quanto è piccola una goccia che si può misurare quanto sia grande un oceano, di pari un piccolo gesto fa capire come si scatena il bene collettivo.
L'amore è ovunque noi riusciamo a vederlo con gli occhi di una bambino, piuttosto che con l'ipocrisia di un adulto.

venerdì 17 ottobre 2008

La vita di Chris

Esiste una storia recente nelle cronache degli States, una di quelle storie raccontate dai principali quotidiani, che catturano l'attenzione per alcuni intensi minuti ed alimentano mille pensieri uniti a sensi di compiacenza o condanna. Questo fino al voltare la pagina successiva, dopo la quale già si hanno forti dubbi a ridescrivere per intero quanto appena letto.
E' il peso della notorietà nel vivere quotidiano, si esiste solo nella frazione di tempo in cui qualcuno ci degna la propria attenzione, e poi si risparisce nella memoria temporanea.
La storia è quella di un ragazzo americano, Christopher McCandless, che ha vissuto la vita degli altri, quella imposta dalle regole familiari e sociali, fino al giorno della laurea. Da quel momento in poi ha deciso di iniziare a vivere la propria, una intensa ed emozionante ricerca di se stesso e della propria collocazione in un ambiete depurato dal superfluo e dal materiale. Chris ha deciso di vivere fuori dagli schemi, fuori dalle regole normalmente condivise, ha sfidato gli eventi fino all'estremo, fino al completamento della propria esistenza ed al raggiungimento della morte in una terra lontana e desolata: l'Alaska.
La storia è diventata evento quando il ragazzo è stato trovato, morto da diversi giorni, e la cronaca ha finito di devastare quel giovane ammasso di resti, con i moralismi e perbenismi tipici di una società ipocrita.
Poi il racconto è diventato uno straordinario libro, quindi il libro è diventato un bel film, e Chris è diventato un'icona. Quello che lui non sarebbe mai voluto essere (parere personale, ovviamente).
Ricordiamo di questo ragazzo la sua personale ricerca di uno spazio in cui sparire in un mondo sovraffollato, in un mondo che ti riempie di offerte fino al momento in cui non sei tu a chiedere qualcosa, allora spezzi il verso delle cose e questa crea disordine.
Ciao Christopher McCandless

domenica 3 agosto 2008

Riflessioni

Come stabilire una associazione razionale all'immagine di una entità sopra tutto e tutti (Dio, Creatore, Architetto, Profeta etc.) che si colloca tra lo spazio celeste e la misera terra.
L'Uomo è suo figlio e da lui discende in modo diretto, per cui siamo pure noi entità con spirito divino, e se così fosse quale è il limite che ci distingue o la dote che ci accomuna rispetto al nostro padre creatore?
Siamo forse noi tutti semplici personaggi di un grande teatro, e quale sarà mai il canovaccio?
Quanti semplici ma immensi dubbi, ripetuti nei secoli da teologi, scienziati, gnostici, fisolosofi...

Mi piace immaginare un soluzione più "terrena" dove, in un mondo antico, vi sia stato una civiltà evoluta ed in seno ad essa un gruppo di eletti abbia raggiunto un proprio apice di conoscenza. Di questo è rimasta traccia nella tradizione orale e nella storia delle cose, e forse nella stessa identità umana, che nei tempi moderni viene poi falsata e corrotta dalla società!
Tale visione mi tiene distante dalle varie religioni e teorie settiane, di cui non condivido l'arroganza di rivendicare il passato dell'uomo e la pretesa di volerne gestire il presente per la futura salvezza. Trovo nel dogma tipicamente professato ben poco di divino, in gran parte dei casi lo stesso incorpora invece tutte le incertezze e perversioni umane, spesso legate alla paura dell'autodeterminazione dell'essere, scongiurando attraverso il controllo sociale che ogni persona abbia piena facoltà di costruire un percorso individuale da cui emerga l'IO SONO. Ogni dogma è una fuga dalla contingenza umana, mirato a stabilire una giustificazione piuttosto che una consapevolezza.
Ogni religione diventa una maschera che nasconde l'uomo a se stesso ed ai suoi simili, crea dei limiti a percezione e comunicazione, rende quello che in noi è veramente magico come qualcosa di sterile.
Preferisco quindi immaginare che l'essere umano, distintosi tra gli altri animali per le doti intellettive, abbia raggiunto in un qualche periodo una conoscenza di se, un momento di massimo spendore e stima. Prima della caduta nel baratro dell'attuale autoditruttivismo.

domenica 1 giugno 2008

Le buone azioni




Il frenetismo contemporaneo ci porta sempre più spesso ad isolarci, nella speranza di proteggere i nostri spazi, sempre più stretti nelle città sovraffollate. Meccanismi perversi di censura della realtà ci portano a distogliere l'attenzione dagli avvenimenti vivendo la vita come la proiezione di un film.
La cronaca è colma di persone che non vedono, non soccorrono, non aiutano, non si prodigano per dare una mano a chi ne ha bisogno.
Dobbiamo soffermarci su quanto tale contesto sia un grave indice di una patologia sociale, che si tramuta nel disattendere la necessità di aiutare i propri simili. E' indice di un'indole autodistruttiva ben distante dalle regole innate di autoconservazione.
Lontano dalle forme religiose che tendono a realizzare uno stato di sofferenza coma area di transito verso la salvezza, il bisogno altrui non deve essere legato a patti di salvezza o compassione, spesso basta una semplice risposta, rapida e leale, a cui nessuno può esimersi.
Fare del bene in tutte le forme immaginabili è anche aiutare se stessi, un piccolo gesto può migliorare il mondo in cui viviamo. Anche nelle forme più lievi ed isolate, una buona azione può modifiare il corso degli eventi in modo positivo.
Abituiamoci a fare del bene, perchè rimane la cosa più immadiata e spontanea che uno possa fare, è l'egoismo che di contro richiede un forte impegno e una solida costanza.

martedì 22 aprile 2008

La verità tra serio e faceto

Ho appena concluso la lettura del libro "Perchè non possiamo essere cristiani?" di Piergiorgio Odifreddi, che consiglio vivamente a chiunque vuole una visione critica del dogma cattolico cristiano.
Il contenuto del libro, un'analisi comparata degli eventi riportati nelle sacre scritture spesso irriverente oppure sul faceto che sborda nella dissacrazione, si regge sulla critica della logica negli avvenimenti, su una storiografia che pone in risalto la debole consistenza strutturale di quella che, assieme a tante altre religioni, pretende di poter gestire e regolamentare la vita umana (anima, passato, futuro, passioni debolezze e perversioni).
La lettura è scorrevole, sorprendente e appassionante, e non nascondo che mi ha fatto rabbia laddove pone il dito su argomenti non tipicamente riportati dai mass-media convenzionali, vedasi il costo della Chiesa per lo Stato Italiano, i pesi di scelte dettate da una morale e una ragione vecchie come il sole ma non più in grado di dare altrettanta luce, che portano a disattendere processi sociali maturati e meritati dalla società moderna (aborto ed eutanasia, matrimonio e rapporti more uxorio etc.).
Ammiro l'eleganza di P.O. nell'avere solamente accennato argomenti sui quali poteva ulteriormente "dare di spada", vedasi i momenti delle scissione nella Chiesa, le connivenze con l'esoterismo, la storia recente di una Chiesa legata al potere politico corrotto e prepotente.
Personalmente credo che la fede sia qualcosa di intimo, in cui l'uomo deve potersi confrontare con il proprio Dio, liberamente e senza negoziati o ricatti, cercando nelle proprie speranze la propria autodeterminazione.
Concludo con una frase di un grande uomo, Tiziano Terzani, che in sintesi diceva: certo che i miracoli esistono, solamente che ognuno è artefice del proprio.

venerdì 4 aprile 2008

Leggo comodamente un libro sul divano, dalla strada un rumore assordante proviene da una autovettura con manifesti e altoparlanti: si parla del politico di turno che vuole essere votato.
Poco prima aprivo la porta della mia abitazione, la cassetta postale completamente intasata dai "santini" dei vari promotori di miracoli e aspiranti parlamentari, vorrei buttare questi foglietti per terra ma mi vedo costretto a farmi carico di riciclare, tra i miei rifiuti domestici, anche tale immondezza.
Non posso guardare la televisione, per quel poco di stimoli che essa mi crea, in quanto la tele ...a gratis, quella per cui non ho pagato alcun abbonamento (che mai pagherò se si omette il canone RAI) offre una varietà di puro stile circense (mi perdonino gli operatori del settore) in cui tutti sanno fare capriole linguistiche, sanno camminare sulle corde della legalità, promettendo di far parlare i papagalli, mentre addomesticano le tigri, con sfiammate da mangiafuoco!
Credo che taluni facciano pure gli oroscopi, altri hanno una mimica e una gestualità sorprendente, roba da allievi dei migliori maestri teatrali.
Insomma, per quanto mi voglia isolare da una faccia della realtà che volontariamente decido di ignorare (o disconoscere), quella legata alle ennesie votazioni politiche, il filtro non sempre funziona e ogni tanto arriva lo SPAM!
Ora la macchina è lontana, la televisione spenta, la radio suona un pezzo di Ludovico Einaudi, concludo la pagina e sfoglio, ah il mio libro...

domenica 10 febbraio 2008

Una notte di sette anni fà ...

Quale sarà il prossimo passo?

Dopo la critica della ragione, la condivisione dell'identità e dell'essere, la critica del conoscere e quindi giudicare, saremo dei soppravvissuti di noi stessi. Cosa ci rimane da fare, se abbiamo creato e distrutto tutto, in primis noi stessi. L'animale rientrerà nel corpo del Golem infranto che conobbe e si annullo! La bestia perderà la conoscenza della morale e della virtù, per reiniziare poi quel drammatico ciclo che la condannerà a misurare se stessa.

















Seduto sulla sedia, nel mio studio, mentre leggevo le ultime novità sulle elucubrazioni mediatiche di G. NICOLETTI, inserivo quanto sopra riportato ed egli gentilmente pubblicava.


L'enunciato appare una mia personale visione della condizione umana, della vita in cui tutto accade termina e riaccade, in cui il concetto di spazio e tempo come da noi conosciuto diventa fragile ed incerto. L'uomo non come essere perfetto, ma figura approssimata e responsabile della propria contingenza.


Il Golem introduce una chiave di interpretazione per il lettore più attento, si è fatti di fango e si puo smarrire la strada. La mia è una ricerca su quei pensieri che portano nei binari della conoscenza, con la finalità di migliorare (o almeno provarci) il proprio intelletto per il bene personale ma sopratutto altrui. Non mi interssa la verità così come raccontata nelle dispense, con i miei limiti e le mie potenzialità ne cerco una mia confortata dallo studio, che mi possa aiutare a spiegare ai miei figli la collocazione del bene e del male.

Questo cerco e questo è il mio viaggio ...