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domenica 10 gennaio 2010

I "galleggiatori"



E' da tempo che cerco di trovare i contorni ad una tipologia di persone che ahimè sempre meno riesco a sopportare. Trovare una parola che descriva tale modello alla fine mi ha condotto ad una definizione: sono delle persone che galleggiano.
Non nuotano e manco affondano, vivono perennemente in una condizione in cui il galleggiare è l'unica attività degna di nota. Non affondano perché il loro sforzo è perennemente commisurato a tenere il corpo a galla, giammai si nota però uno sforzo superiore che consenta un movimento volontario. Non nuotano perché nella propria condizione caratteriale non è prevista un'azione che superi l'autosufficienza, che consenta il conseguimento di un fine od il raggiungimento di un guadagno.
La loro esistenza è pigra e vuota, sono tendenzialmente portati alla lamentela gratuita, tutto il loro mondo è commisurato ad una forma di egoismo ed egocentrismo che ricorda il periodo infantile, producono una serie di pensieri i cui risultati si realizzano solamente nella dimensione del nulla cosmico, probabilmente per il solo mantenimento di quell'attività celebrale connessa all'autosufficienza.
A volerne pensare bene parrebbe l'archetipo dell'Aurea Mediocritas di Orazio, ma credo invece sia semplicemente un imprescindibile tabù che limita l'autodeterminazione propositiva ed evolutiva.
Il galleggiamento coinvolge sempre più adepti, e mi chiedo se esistano scuole specifiche o dei centri di raccolta, oppure un qualche momento individuabile in cui ci si stacca dalla realtà e si comincia la vuota navigazione, che porterà a trascorrere il resto dell'esistenza passando di fianco a tutti gli avvenimenti ...senza mai cozzarne uno!
Si vedono spesso maree di uomini trasportati dalle onde, dalle correnti marine, muoversi in banchi omogenei oppure in piccoli gruppi, si confondono tra loro ed è impossibile trovare un'identità individuale nella massa. Loro si nutrono di calcio, grandi fratelli, pay tv, gossip, protesi fisiche varie, social network.
E' da notare che hanno una colorazione corporea, spontanea, variabile sulla base della colorazione predominante del gruppo in cui si trovano sospesi.
Se devo fare un'analisi teologica del mio enunciato, è probabile che proprio costoro sono i veri ed unici figli dell'Assoluto, che crea le onde marine e i moti perpetui.
Ma se manco così è, chi sono costoro?
Questa grande massa che si riproduce e si dibatte nei propri escrementi.

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