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sabato 7 aprile 2012

Il DSM-5 e i legami con le case farmaceutiche



rilancio un articolo interessante letto su disinformazione.it
http://www.disinformazione.it/DSM_legami_case_farmaceutiche.htm

Premetto di non essere un tecnico delle materie legate alla psiche umana, quindi le mie sono opinioni da uomo della strada. Ma sta di fatto che questa nuova edizione della bibbia di tutti gli psicoterapeuti, da vari anni in via di elaborazione, riesce a creare continue polemiche ancora prima della sua approvazione accademica.
Il problema è noto, spesso oggetto di contese tra illustri terapeuti versus contestatori antifarmaco somministrato selvaggiamente. Il DSM altro non è che la pubblicazione massima dove sono trascritte tutte le patologie legate alla psiche umana ufficialmente riconosciute a livello internazionale, e quindi diventa uno strumento fondamentale per tutti gli operatori del settore. Fino a qui nulla di strano si direbbe, che ci frega a noi di quante malattie si riesca ad "isolare" e catalogare, fosse nostro per caso il problema di quante specie di pesci stanno in mare o quante varietà di funghi stanno nei boschi!
Lungi da noi voler mettere in discussione la ricerca in campo psicologico se essa può dare conforto alle mutevoli patologie (anche cliniche) della psiche umana, specialmente in un periodo storico in cui l'uomo insegue se stesso alla ricerca continua di un'approvazione che lo porta a perdersi e ritrovarsi tra mille illusioni e mille delusioni (hi hi).
Pensiamo però alle polemiche sulla somministrazione di psicofarmaci ai bambini in età scolastica, alle varie sindromi compulsive per le quali si può essere etichettati e schedati, quando fino a pochi anni fa si era semplicemente più stressati, più stanchi, più curiosi, più nervosi, più laboriosi etc.. Il problema è che dal DSM pescano un poco tutti, tecnici qualificati e operatori improvvisati, i quali per competenza diretta, indiretta, oppure per spirito di iniziativa si permettono di riconoscere fenomeni comportamentali che poi possono facilmente essere associati ad una delle miriadi di sindromi contemplate nel testo del DSM. Il rischio è che tutti alla fine siamo malati di qualcosa, anche perché se si va a guardare le patologie riconosciute, ognuno di noi ne avrà almeno una decina. Spesso si tratta di descrizioni che magari possono avere riscontro in una pletea ma non in un'altra, e ricordiamoci che il grosso della materia viene ovviamente elaborato e sperimentato negli States. 
Ed infine il più grave dei problemi è che il riconoscimento di una patologia possa comportare la somministrazione di farmaci, che magari hanno un breve periodo di sperimentazione oppure sono totalmente dannosi, che possono andare a destabilizzare le nostre caratteristiche comportamentali. Senza andare ad alimentare un concetto catastrofista insomma ci si ritrova tutti malati e tutti da curare con una qualche pillola. Siamo sicuri che la società attuale, per quanto malata e perversa, possa essere aiutata solo con le molecole tossiche di una pillola?
Personalmente credo più nella rimedi naturali, senza farmaci se non quelli veramente indispensabili (si pensi all'antibiotico p.e.), e ritengo che la cura di molte pseudo patologie comportamentali non siano ascrivibili al soggetto in esame ma alle sue frequentazioni (scuola, famiglia, chiesa, luogo di lavoro) e quindi la cura andrebbe "vaporizzata" in quei posti piuttosto che nel soggetto.

ed ecco l'articolo:
<<Sono state fatte segnalazioni per rapporti finanziari con le aziende farmaceutiche a carico del 70 per cento dei membri della task force che sta scrivendo il DSM-5 - il 57% in più rispetto al DSM-4.
Continua ad aumentare la polemica sulla quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disordini Mentali, meglio conosciuto come DSM-5. Un nuovo studio suggerisce che la nuova bibbia della salute mentale - oltre 900 pagine in cui vengono elencati i nuovi disturbi mentali, la cui pubblicazione è prevista per maggio 2013 - siano piene di conflitti d'interesse finanziari.
Il manuale, pubblicato dall'Associazione Psichiatrica Americana, espone i criteri diagnostici e i trattamenti raccomandati - molti dei quali sono farmacologici - per ogni disturbo psichiatrico. Dopo l'uscita del DSM-4 nel 1994, l'APA istituì una politica che rende necessaria la divulgazione, da parte di consulenti esperti, dei legami con le industrie farmaceutiche. Ma la mossa verso la trasparenza ha fatto ben poco per ridurre i conflitti, con quasi il 70% dei membri della task force del DSM-5 segnalati per i loro rapporti finanziari con le aziende farmaceutiche. "Le organizzazioni come l'APA hanno abbracciato troppo in fretta la trasparenza come soluzione," ha dichiarato Lisa Cosgrove, professore associato di psicologia clinica presso l'Università di Boston-Massachusetts e autore capo dello studio pubblicato oggi sulla rivista PLoS Medicine. "I nostri dati dimostrano che con la trasparenza non è comunque cambiata la dinamica".
Il DSM è sviluppato da una task force nominata dall'APA e da commissioni, composte da esperti in vari campi della psichiatria. Ma molti di questi esperti prestano servizio come portavoce pagati o consulenti scientifici per le aziende farmaceutiche, o conducono ricerche finanziate da queste stesse industrie. La situazione è più imbarazzante per i membri delle commissioni per i quali i farmaci rappresentano la prima linea di trattamento: due terzi della commissione sui disturbi dell'umore, l'83 % della commissione sui disturbi psicotici e il 100% della commissione sui disturbi del sonno rivela di avere "legami con le aziende farmaceutiche che producono i farmaci utilizzati per trattare questi disturbi o con le aziende che prestano servizio all'industria farmaceutica".
"Non stiamo cercando di dire che c'è qualche trama machiavellica per influenzare la tassonomia psichiatrica," ha detto Cosgrove, ricercatore presso la Harvard Edmond J. Safra Center for Ethics. "Ma la trasparenza da sola non può attenuare i pregiudizi non intenzionali e l'aspetto di parzialità, che hanno un impatto sull'integrità scientifica e la fiducia dei cittadini".
Il DSM-5 ha anche attirato critiche per l'introduzione di nuove diagnosi che alcuni esperti sostengono mancare di prove scientifiche. Il Dr. Allen Frances, che ha presieduto il Comitato per le revisioni del DSM-4, ha detto che le nuove aggiunte porterebbero "radicalmente e incautamente" ad espandere i confini della psichiatria.
Frances, professore emerito di psichiatria presso la Duke University, aggiunge: "In questi giorni, la maggior parte delle decisioni diagnostiche non sono fatte da psichiatri addestrati a distinguere tra disturbo e normalità. La maggior parte sono fatte dai medici di assistenza primaria che vedono un paziente per circa sette minuti e scrivono una prescrizione medica."
Stando ai nuovi criteri, il dolore dopo la perdita di una persona cara, la lieve perdita di memoria negli anziani e i frequenti capricci nei bambini rappresenterebbero disturbi psichiatrici. Contro le modifiche proposte in questa versione, che finirebbero per etichettare decine di milioni di persone come malati mentali, è stata lanciata una petizione on-line che ha accumulato più di 12.000 firme.
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani>>

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