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il mio blog è come la mia casa, chi vi entra sa di poter trovare accoglienza e conforto, ma con la spada vigile che protegge dal male.

sabato 14 aprile 2012

homo homini lupus

Avevano ragione gli uomini ad avere coniato questa frase, brutale quanto veritiera, dove l'uomo è lupo per i propri simili. Quanti disperati tentativi di rendere e visualizzare quali mansueti un branco di sciacalli inselvatichiti nei cromosomi, nonostante la scienza e la ragione.
Questa premessa farebbe pensare che sono appena rientrato in casa reduce da uno scippo o da una "mala pestata" da parte di uno o più delinquenti, ma per fortuna è solo un momento di riflessione dopo una appassionante lettura.
Ho concluso la lettura di Cecità di José Saramago, uno scrittore che apprezzo sempre più per la sua capacità narrattiva dissacrante, talvolta cinica e dai risvolti spesso pedagogici. Questa sua opera parla della condizione di cecità di una comunità, sopravvenuta senza ragionevole riscontro scientifico, che porterà a paralizzare la comunità stessa, facendo riemergere quegli aspetti dell'uomo lupo feroce incapace di amore e coscienza, ostile verso i propri simili per la necessaria situazione di contingenza.
Questa comunità è la società attuale, cieca ed abietta, in cui la proiezione di se stessi viene privata di futuro, in cui le stesse ombre e colori spariscono dalla soppravenuta cecità, rimangono gli odori e le sofferenze. 
Il lavoro di Saramago in questo libro è straordinario, toglie alcuni sensi umani e ne caratterizza degli altri con sorprendevole dote di narrazione antropologica, sfiorando filosofia  e religione senza però dargli spessore. Il lettore attento trova quindi chiavi di pensiero che aprono finestre verso ragionamenti immensi. 
Alla fine della lettura si assiste al risveglio, o magari alla definitiva cecità? 
Qui il campo è libero, non faccio anticipazioni.

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