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sabato 15 ottobre 2011

L'Italia di Cavour e di Mazzini...bruciata dai delinquenti indignati!


la parola d'ordine prima della piazza era questa "SICURAMENTE le FORZE di POLIZIA ci ATTACCHERANNO anche non dovesse esserci il minimo intento conflittuale (che comunque ci sarà e DEVE ESSERCI da parte nostra): dobbiamo tutti, rivoluzionari di ogni tendenza, comunisti, libertari e tutto/i coloro che saranno lì per rabbia e coscienza del baratro nel quale ci vogliono gettare DEFINITIVAMENTE, COMBATTERE !!!!! Non come a Gneova nel 2001 ! Non come il 14 Dicembre 2010 ! Non dobbiamo fermarci ! Portare con se' di "tutto" per PRENDERE e TENERE la 'PIAZZA' !"
Delinquenti bastardi, non trovo altri termini per i soliti ignoti che anche oggi hanno profittato del sacro diritto alla pubblica manifestazione per devastare un altro pezzo della nostra Italia. Hanno devastato la capitale ma soprattuto hanno ferito il popolo italiano, lo hanno mortificato nei suoi simboli e nei suoi valori.
E non mi si vengano a raccontare le banalità della situazione critica di una politica allo sbaraglio, dello stato di malessere diffuso e dei giovani precari, e tutto quelle giustificazioni rettoriche di cui le bocche e le orecchie sono colme.
Che ci sia una generazione indignata mi pare condivisibile, è sempre stato così come i figli che si arrabbiano con i genitori per il sabato sera. Qui ovviamente la posta in gioco e assai più ampia e complessa, i meccanismi di compensazione dei disagi sono più lunghi e la chiave di svolta, come sempre, sta nella capacità di dialogo delle parti in campo.
Che vergogna vedere i soliti giovani ubriachi di delinquenza affrontare la Stato costituito con ogni sorta di arma, dai sampietrini alle sbarre in ferro, devastare negozi di gente che lavora, bruciare automezzi di persone che faticano, sfasciare il bene pubblico di Roma creato e pagato con i soldi di tutti i contribuenti onesti. Accompagnati da tanti imbecilli indignati che pretendono il lavoro senza pensare se lo abbiano mai meritato che peraltro, essendo almeno dieci volte tanto in numero rispetto ai facinorosi criminali, avrebbero potuto da soli gestire l'ordine pubblico senza dover attendere divie e manganelli. Che tristezza vederli con il telefonino fare delle fotoricordo (di quelle visto che c'ero anche io!) mentre vengono assaltati i mezzi della polizia o vengono distrutte vetrine e bruciate autovetture.
E questo è solo il danno materiale, che dire del danno psicologico creato a quelle povere famiglie che volevano trascorrere un normale sabato sera in strada, a quei poveri tutori dell'ordine pubblico che aspettavano solo la fine del servizio per rientrare a cena a casa e abbracciare i propri figli.
Che dire del danno morale verso una nazione che annaspa nel proprio debito pubblico, con una classe politica che non riesce a dare risposte concrete al proprio popolo elettore, arranicchiata nel proprio centro di potere e nei benefici di casta.
Sono le otto di sera e ancora si combatte come fossimo in un campo di battaglia, le piazze incendiate e giovani vigliacchi imbottiti di armi e passamontagna che attaccano le forze di polizia, carabinieri che scappano per paura del contatto fisico con i delinquenti, certi di essere incriminati il giorno anziché essere ammirati per il duro compito di salvare l'Italia.
E il popolo degli indignati che quasi giustifica tali comportamenti disdicevoli, chi ha diritto di parola che anziché essere schifato e condannare parla di situazione ingestibile e di eventi inevitabili. Ma ci credete davvero? Si può giustificare qualcosa di simile?
Che fine hanno fatto l'unità d'Italia che in questi giorni festeggiamo con il 150° anniversario, le lotte dei nostri avi garibaldini e i programmi di Cavour, le due grandi guerre che ci hanno unito nel lutto e nella rinascita, il terrorismo che ha ammazzato i nostri fratelli, la vergongna di politici farabutti che continuano ad essere votati nonostante il proprio curricula e modus.
Svegliatevi italiani, andate in piazza per la vostra libertà, non a combattere ma a presidiare i luoghi dove i nostri figli hanno diritto di giocare (quelle che i nostri padri hanno costruito per noi), aiutate le forze di polizia a salvare questa nostra nazione perchè lo Stato siamo noi tutti insieme, isolate i delinquenti anziché proteggerli e smettetela di essere omertosi, state dalla parte di chi è morto per la bandiera tricolore, state dalla parte del sano e del giusto e se le regole non vi garbano usate la democrazia piuttosto che la clava.
E per favore chiedo con urgenza: levate quella dedica a Carlo Giuliani in una sala del Senato Italiano e chiedete scusa alla nazione per averlo fatto.

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