pubblico un articolo di Luigi Ippolito del 2004, giusto per apprezzare la bontà del movimento arancione di Kiev, il simbolo sopra fotografato è una casuale rappresentazione dei due diversi movimenti uniti dal colore arancione.
Dietro le manifestazioni festose e spontanee anche organizzazioni nazionalistiche e neofasciste
DAL NOSTRO INVIATO KIEV - A unirli è l' arancione, che a Kiev
tinge tutto quello che incontra, dai cappelli alle sciarpe ai maglioni:
il colore dei sostenitori di Viktor Yushchenko, il colore della
rivoluzione ucraina del 2004. Ma sotto l' apparente tinta unita si
celano diverse anime, alcune festose e spontanee, altre più plumbee e
inquietanti. Senza dubbio, un movimento che ha portato in piazza in
tutta l' Ucraina milioni di persone non può essere solo il frutto di un
«complotto occidentale», come hanno denunciato i partigiani del
filo-russo Viktor Yanukovich. E basta affacciarsi sul centro di Kiev per
capirlo: è come se tutto Corso Vittorio Emanuele a Milano, o Via del
Corso a Roma, fossero state trasformate in una immensa tendopoli dove
vivono accampate da settimane migliaia di persone, per lo più giovani e
giovanissimi. In un' atmosfera di festa permanente, con canti, balli,
slogan, striscioni, amicizie e persino matrimoni. Tuttavia tanto
entusiasmo ha un nocciolo duro, che va sotto il nome di «Pora» (È l'
ora): questa organizzazione per lo più studentesca e giovanile ha le sue
radici nei gruppi di protesta democratici e nazionalisti della fine
degli Anni Novanta. Ma per forgiare il nucleo che ha costituito la punta
di lancia della rivoluzione arancione è stata necessaria l' assistenza
straniera, fornita dai serbi di «Otpor» (Resistenza), il movimento che
ha rovesciato a Belgrado Slobodan Milosevic: i militanti ucraini di
«Pora» hanno seguito seminari di «disobbedienza civile» e
«organizzazione di massa» in Serbia e si sono poi giovati in patria
dell' assistenza di un gruppo di consiglieri venuti apposta da Belgrado.
Gli avversari di Yushchenko hanno visto in questo intervento serbo
la mano dei servizi di intelligence americani o quanto meno i loro
fondi. Anche se «Pora» ha sempre negato di aver ricevuto finanziamenti
diretti dall' America. L' organizzazione è comparsa sulla scena nel
marzo del 2004, con obiettivi limitati e una struttura organizzativa
abbastanza semplice, basata sul reclutamento di giovani volontari e
sulla disseminazione di informazioni via internet. I suoi militanti sono
energici, ben motivati e a loro agio con le nuove tecnologie: tutte
caratteristiche che ci si può aspettare da giovani professionisti
urbani. «Pora» ha evitato di dotarsi di una leadership di alto
profilo a favore di iniziative locali e di un gruppo di coordinatori
centrali: fin dall' inizio ha sottolineato che non si sarebbe legata a
nessun partito politico determinato, ma la polarizzazione della società
durante la campagna elettorale ha finito per associare «Pora» con il
movimento dei sostenitori di Yushchenko. «Pora» ha chiaramente
svolto un ruolo fondamentale nel dare una scossa all' opposizione
costituzionale che si era venuta coagulando attorno a Yushchenko. Le sue
manifestazioni nel centro di Kiev e in altre città hanno dato all'
opposizione il controllo fisico dei centri urbani in buona parte dell'
Ucraina, eccettuato la zona orientale filo-russa. Con l' elezione di
Yushchenko, «Pora» ha ottenuto il suo scopo immediato: ma ora è
difficile che un tale movimento possa sciogliersi d' improvviso ed è
molto probabile che continuerà a svolgere un ruolo decisivo nel cammino
della democrazia ucraina. Una strada sulla quale si aggirano, però,
anche ombre oscure che si affacciano dal passato. Nella tendopoli di
Kiev spicca fra le altre la postazione dell' Una-Unso, decorata con
croci para-celtiche e bandiere rosse e nere. Sono i neofascisti ucraini,
le cui brigate si sono mischiate col movimento arancione,
rappresentandone la frangia estrema nazionalista. Questo gruppo
affonda le sue radici nel passato, in uno dei capitoli più bui della
storia ucraina. L' Oun (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) aveva
iniziato nel 1929 i suoi attacchi armati contro il potere sovietico in
Ucraina. Durante la seconda guerra mondiale, il suo capo, Stepan
Bandera, combattè a fianco degli occupanti nazisti. Nel 1941 il suo
principale generale, Shuskievitch, indossando l' uniforme tedesca, si
rese responsabile dello sterminio di migliaia di ebrei. Dopo la
caduta dell' Unione Sovietica, i successori dell' Oun hanno fondato l'
Una-Unso (Assemblea nazionale ucraina - Autodifesa popolare dell'
Ucraina). Fra il 1999 e il 2000, questi neonazisti hanno incendiato a
Leopoli case di comunisti, russi ed ebrei. E in questa regione l' ex
dirigente dell' Una-Unso, Andry Shkil, è stato eletto al parlamento con
il sostegno del partito di Yushchenko. Nella regione di Leopoli,
roccaforte della rivoluzione arancione, le ex SS hanno ottenuto le
stesse pensioni degli ex combattenti contro il nazismo. E il sito
internet dell' Una-Unso ha fatto propaganda fin dall' inizio per
Yushchenko. Ma non sarà con questo fardello che l' Ucraina arancione
entrerà in Europa. Luigi Ippolito
Ippolito Luigi
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(28 dicembre 2004) - Corriere della Sera
(28 dicembre 2004) - Corriere della Sera