Finora per me la scuola è stato un periodo racchiuso tra i ricordi della mia giovinezza, oggi invece "scuola" rappresenta un ente, di cui sono utente per la ragione di una figlia che è nella Scuola dell'infanzia.
Seguo le vicissitudini scolastiche da "uomo della strada" oltre che da padre, e purtroppo alcune recenti atteggiamenti con cui mi sono dovuto interfacciare, mi hanno convinto che i tagli e l'inversione di rotta proposto/imposto dal Ministro Gelmini sono una minima azione di quel necessaria opera di rivoluzione nel mondo scolastico.
Ora, posso capire i disagi del personale docente, le difficoltà del personale dirigente che sovente opera ad interim, posso intuire come si è arrivati allo spolpamento delle mansioni del personale ATA, posso anche capire e non condividere quel classico fare italico, in cui esiste una entità chiamata scuola, ma non si capisce bene chi cazzo comanda e chi riceve gli ordini, chi decide e entro quali limiti!
Non mi capite? allora mi spiego: la scuola è formata da personale dipendente dal MIUR, legato a centomila formazioni sindacali e altrettante graduatorie di merito, appese tra ricorsi e deroghe, opera in strutture date e gestite dagli enti locali, che però assicurano gli stessi servizi demandandoli all'out sourcing, il tutto sotto la responsabilità delle famiglie, i soldi non si capisce bene da quale ente debbano essere forniti, quando qualcosa funziona è bravo il Dirigente scolastico, quanto tutto va a puttane la colpa è di qualcun altro, il quale sicuramente ha fatto richiesta di intervento ad un'altro ente ancora, il quale non è del tutto responsabile in quanto....
Di fatto pigliano per il culo noi famiglie e devastano quella potenzialità di crescita dei nostri figli.
Devo dire che anziche limitarmi a commentare sulla base di dicerie, mi sono andato a cercare (e studiare) tutte le principali leggi in materia, le direttive del MIUR, i contratti collettivi delle varie categorie, le paghe e gli orari di lavoro, la formazione delle graduatorie e i meccanismi di assunzione dei precari. Quindi posso permettermi di parlare a tutto tondo!
Fortunatamente ho avuto a che fare con piccoli problemi, anzi leggere richieste di intervento, ma sempre ho trovato nel personale scolastico una totale propensione per quei meccanismi burocratici per scaricare il tutto "a massa".
E per fortuna non ho avuto esigenze gravose per me o per mia figlia, non voglio manco immaginare cosa sarebbe successo.
Ecco alcune delle situazioni strampalate in cui mi sono avventurato:
Ma quante volte noi genitori dovremmo denunziare la scuola per frode contrattuale, quante sono le scuole che raggiungono gli obiettivi fissati nel POF?
Ma dico, se mia figlia non esistesse, tutti questi qui avrebbero per caso senso? La scuola esiste perché esistono gli alunni oppure è il contrario?
Inoltre, la scuola è qualcosa di attagliato alle esigenze degli alunni, oppure è un grosso contenitore che funge da ammortizzatore sociale per tutti quelli che hanno studiato e non trovano lavoro, una specie di agenzia di collocamento per persone sfortunate?
Pertanto il titolo è brava Gelmini, continua non a "tagliare" ma a "ridimensionare" questo barbaro scatolone che è diventato un'agenzia di collocamento, dove il bambino (poi adolescente - ragazzo - uomo) è semplicemente un intoppo in un perverso meccanismo autocompensante.
Seguo le vicissitudini scolastiche da "uomo della strada" oltre che da padre, e purtroppo alcune recenti atteggiamenti con cui mi sono dovuto interfacciare, mi hanno convinto che i tagli e l'inversione di rotta proposto/imposto dal Ministro Gelmini sono una minima azione di quel necessaria opera di rivoluzione nel mondo scolastico.
Ora, posso capire i disagi del personale docente, le difficoltà del personale dirigente che sovente opera ad interim, posso intuire come si è arrivati allo spolpamento delle mansioni del personale ATA, posso anche capire e non condividere quel classico fare italico, in cui esiste una entità chiamata scuola, ma non si capisce bene chi cazzo comanda e chi riceve gli ordini, chi decide e entro quali limiti!
Non mi capite? allora mi spiego: la scuola è formata da personale dipendente dal MIUR, legato a centomila formazioni sindacali e altrettante graduatorie di merito, appese tra ricorsi e deroghe, opera in strutture date e gestite dagli enti locali, che però assicurano gli stessi servizi demandandoli all'out sourcing, il tutto sotto la responsabilità delle famiglie, i soldi non si capisce bene da quale ente debbano essere forniti, quando qualcosa funziona è bravo il Dirigente scolastico, quanto tutto va a puttane la colpa è di qualcun altro, il quale sicuramente ha fatto richiesta di intervento ad un'altro ente ancora, il quale non è del tutto responsabile in quanto....
Di fatto pigliano per il culo noi famiglie e devastano quella potenzialità di crescita dei nostri figli.
Devo dire che anziche limitarmi a commentare sulla base di dicerie, mi sono andato a cercare (e studiare) tutte le principali leggi in materia, le direttive del MIUR, i contratti collettivi delle varie categorie, le paghe e gli orari di lavoro, la formazione delle graduatorie e i meccanismi di assunzione dei precari. Quindi posso permettermi di parlare a tutto tondo!
Fortunatamente ho avuto a che fare con piccoli problemi, anzi leggere richieste di intervento, ma sempre ho trovato nel personale scolastico una totale propensione per quei meccanismi burocratici per scaricare il tutto "a massa".
E per fortuna non ho avuto esigenze gravose per me o per mia figlia, non voglio manco immaginare cosa sarebbe successo.
Ecco alcune delle situazioni strampalate in cui mi sono avventurato:
- la dirigente di plesso mi avverte alla mattina, mentre accompagno la bambina, che il telefono è rotto e pure il fax, quindi se voglio lasciare mia figlia a scuola è a totale mio rischio e pericolo in quanto lei non può contattarmi in caso di emergenze, e mai utilizzerebbe il suo telefono privato.La mia risposta è stata, innanzi tutto il problema è suo per per tale contesto piglia pure un bel stipendio, inoltre se vi fosse una urgenza La autorizzo a contattarmi tramite l'Arma dei Carabinieri, visto che comporre il 112 è gratis.
- la volta che preparo un format da compilare scaricato dal sito del MIUR, e l'imbecille della segretria non lo ha voluto accettare in quanto diverso dal format che lui aveva sempre visto (per la cronaca era identico, solo che il secondo era la copia della copia della copia, scolorito e storto!). Stavo per sbattergli in faccia tutti i DPR sul funzionamento della Pubblica Amministrazione, ma ho avuto pietà di tale elemento senza materia celebrale, assunto magari per chissà quale categoria protetta.
- colloquio con un Dirigente, che ho beccato solo dietro appuntamento fissato per telefono (giusto per evitare che si neghi quando vado in segreteria per impegni urgenti, e poi comunque ne capisco i vari impegni). La mia domanda era ovviamente incentrata su un piccolo problema di mia figlia, la risposta non ha tenuto conto minimamente della figura della bambina (che pensavo preminente pur inserita in un enorme contesto: leggi perno debole), la locuzione è stata una disamina cronostorica di tutto quello che deve fare giornalmente un Dirigente scolastico e la malora in cui vive il sistema organizzativo (preciso che mi sono sentito il suo analista).
Ma quante volte noi genitori dovremmo denunziare la scuola per frode contrattuale, quante sono le scuole che raggiungono gli obiettivi fissati nel POF?
Ma dico, se mia figlia non esistesse, tutti questi qui avrebbero per caso senso? La scuola esiste perché esistono gli alunni oppure è il contrario?
Inoltre, la scuola è qualcosa di attagliato alle esigenze degli alunni, oppure è un grosso contenitore che funge da ammortizzatore sociale per tutti quelli che hanno studiato e non trovano lavoro, una specie di agenzia di collocamento per persone sfortunate?
Pertanto il titolo è brava Gelmini, continua non a "tagliare" ma a "ridimensionare" questo barbaro scatolone che è diventato un'agenzia di collocamento, dove il bambino (poi adolescente - ragazzo - uomo) è semplicemente un intoppo in un perverso meccanismo autocompensante.
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