Durante un discorso "casereccio" con mia moglie, si osservava una recensione libraia su un best seller del momento: "Cotto e mangiato" di una delle sorelle Parodi (rielaborazione del trio Carlucci?). La recensione in breve assumeva un provocatorio tono di sdegno verso un libro tendente all'inutile ed al banale, che però ha conquistato le vette di vendita a dispetto di tutti quei bravi e intelligenti scrittori che, consumando tempo ed intelletto per scrivere pagine di libri, quasi mai hanno la possibilità di emergere tra i prodotti commerciali citati per vendita elevata. Quanto potrebbe essere motivo di orgoglio per alcuni intellettuali!
La tematica è già di per sè pregna di demagogia, mi si perdoni quindi il post, ma l'oggetto del discorso domestico era il dover accettare prodotti popolari che hanno impennate mostruose contro quanto di buono esiste in tutte le librerie italiane.
Il paragone immediato con la televisione è stato necessario come la panna sulle fragole.
La tematica è già di per sè pregna di demagogia, mi si perdoni quindi il post, ma l'oggetto del discorso domestico era il dover accettare prodotti popolari che hanno impennate mostruose contro quanto di buono esiste in tutte le librerie italiane.
Il paragone immediato con la televisione è stato necessario come la panna sulle fragole.
Si analizzava il trend negativo di libri letti tra la popolazione italica, considerando pure che alcuni tra gli intervistati tuttora confondono cataloghi e spesse riviste con veri libri dotati di codice ISBN, alcuni addirittura vi inseriscono le collezioni Harmony ed il manuale del videoregistratore (NOOOO!!!!).
Credo che il libro rimane quel momento di esercizio intellettuale irrinunciabile, dove la piatta scrittura tipografica va ad assumere quella tridimensionalità creata dalle emozioni e dalle sensazioni che competono, in via del tutto intima ed esclusiva, al lettore.
La televisione è chiaramente più semplicistica, completa gran parte dei sensi e richiede poca attenzione, raramente partecipazione. Un libro chiede fantasia e disponibilità, il voltare pagina è motivo di conquista. La lettura necessita della capacità di compensare con la propria immaginazione e completare con la propria cultura.
Un libro è per sempre ...e costa meno dei diamanti.
Credo che il libro rimane quel momento di esercizio intellettuale irrinunciabile, dove la piatta scrittura tipografica va ad assumere quella tridimensionalità creata dalle emozioni e dalle sensazioni che competono, in via del tutto intima ed esclusiva, al lettore.
La televisione è chiaramente più semplicistica, completa gran parte dei sensi e richiede poca attenzione, raramente partecipazione. Un libro chiede fantasia e disponibilità, il voltare pagina è motivo di conquista. La lettura necessita della capacità di compensare con la propria immaginazione e completare con la propria cultura.
Un libro è per sempre ...e costa meno dei diamanti.
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