tratto
da http://www.disinformazione.it/
Nel
gennaio 2011 nell’Africa settentrionale e nel Medio Oriente hanno
cominciato a diffondersi a tappeto delle ribellioni “spontanee” e
“locali” che sarebbero poi esplose nella cosiddetta Primavera
Araba. Questo è quello che ci hanno fatto credere.
Ci sono
voluti diversi mesi perché la verità venisse a galla, e cioè che
dietro le sollevazioni popolari e libere si celava la lunga
mano uksraeliana (Inghilterra, Usa e Israele).
Il New York
Times ad aprile dello stesso anno ha dovuto intitolare: “Gruppi
americani hanno favorito la diffusione della Primavera Araba”.
Chi
sono questi gruppi e qual è il loro gioco?
Tanto per
citarne qualcuno: “Otpor!” in Serbia e in altri paesi, il
“Movimento Giovanile 6 aprile” in Egitto, il “Centro per i
Diritti Umani” del Bahrain, il “Fronte Nazionale per la Salvezza
della Libia”, “Donne sotto assedio” in Siria, “Golos” in
Russia, la “Fratellanza Musulmana”, ecc. Questi gruppi hanno
ricevuto, finanziamenti dal National Democratic Institute
(NDI), dal Freedom House di Washington e addestramento
dall’intelligence statunitense (CIA) e britannica (MI5).
Per
meglio comprendere qual è il gioco, ad esempio il “Movimento
Giovanile 6 aprile” è collegato con il CANVAS (Centro per
l’Azione e le Strategie Applicate Non Violente), una ONG
(Organizzazione non governativa) chiamata “Otpor!”, creata dal
governo americano in Serbia nel 2000 e finanziata dall’Open
Society Institute di George Soros, per rovesciare il governo di
Slobodan Milosevic. Il CANVAS ha inoltre fornito assistenza ai
manifestanti della “Rivoluzione Rosa” in Georgia e a quella
“Arancione” in Ucraina.
Chi
sceglie i colori delle Rivoluzioni?L’attuale
e potentissima élite economico-finanziaria, crea dal nulla
organizzazioni non governative di facciata per poter lavorare
indisturbato nei paesi che vuole rovesciare.
Esistono, oltre a NDI
e Freedom House, altri centri utili a dirottare milioni di
dollari dalle casse governative ed esportare la cosiddetta democrazia
a stelle e strisce, per esempio il Fondo Nazionale per la
Democrazia (National Endowment for Democracy) riceve ogni
anno 100 milioni di dollari dal Congresso statunitense.
Vi
sono però gruppi che non finanziano, ma creano letteralmente le
Primavere e le Rivoluzioni, è il caso
dell’International Crisis Group il cui motto
ufficiale nel sito è il paradossale e ipocrita “Working to prevent
conflict worldwide”, letteralmente: “lavorando per prevenire
conflitti nel mondo”.
I
nomi di alcuni membri del gruppo possono far comprendere la portata:
il Presidente israeliano Simon Peres, il governatore della Banca
d’Inghilterra Stanley Fisher, il banchiere-speculatore George Soros
della Open Society Institute, gli storici della manipolazione
della geopolitica come Zbigniew Brzezinski, Richard Armitage, Samuel
Berger e il generale Wesley Clarck, e la nostrana Emma Bonino.
Tra
i finanziatori vi sono le peggiori società del pianeta, tra cui le
petrolifere BP, Chevron, Shell, Statoil e la società mineraria
(platino, diamanti, minerali, ecc.) Anglo American PLC.
Risulta
essere molto interessante e indicativo sapere che le società che
partecipano attivamente alla distruzione ambientale, energetica e
sociale di interi paesi e continenti, fanno parte del gruppo che
“lavora per prevenire i conflitti nel mondo”!
Tra
tutti i membri, merita un approfondimento a parte l’ebreo ungherese
George Soros (il cui vero cognome poi modificato era Schwartz). Soros
è il quindicesimo uomo più ricco al mondo, secondo la rivista
Forbes, e uno dei maggiori e spietati speculatori planetari.
Membro,
tra le altre cose, del Consiglio per le Relazioni con l’Estero
(CFR, il governo ombra americano) e del Gruppo Bilderberg,
finanziò Solidarnosc, fece crollare sterlina e lira nel 1992, e
negli ultimi anni si è dilettato, tramite il suo Open Society
Institute, a finanziare le varie Rivoluzioni. La sua collusione è
a tal punto evidente che “il premier russo Vladimir Putin per
difendere il proprio Paese dalle intromissioni esterne, avrebbe
emesso un mandato di cattura nei confronti di Soros, accusato di
speculare sul Rublo e di finanziare l'opposizione in vista delle
elezioni di marzo” (ASI, Agenzia Stampa Italia).
Putin ha
perfettamente ragione, perché c’è sempre Soros dietro le Pussy
Riot, il gruppo russo di femministe riottose che, nel nome
delle libertà, usano pornografia (atti sessuali di gruppo in luoghi
pubblici, una di loro si è perfino fatta filmare in un supermercato
mentre s’infilava un pollo dentro la vagina) e blasfemia, il tutto
per creare rotture mirate interne all’attuale governo di Mosca.
Le
immagini che circolano in Rete non lasciano spazio a dubbi: le
ragazze esagitate si fanno fotografare sventolando la bandiera
dell’Otpor!…
Un'altra
istituzione è il Brookings Institution.
Si
tratta di un'organizzazione no-profit con sede a Washington, la
cui missione è condurre ricerche indipendenti per poi fornire
raccomandazioni pratiche su come rafforzare la democrazia americana,
promuovere lo sviluppo economico e il benessere sociale, la sicurezza
per tutti gli americani, e infine fissare una più aperta e prospera
cooperazione internazionale.
E’
completamente sconosciuto, ma il Brookings è il think tank
(serbatoio di pensiero) della politica americana, cioè uno dei
gruppi più influenti al mondo.
Il
Brookings riceve finanziamenti da Fondazioni Carnegie, Rockefeller e
Ford, da banche come Goldman Sachs e Banca d’America e da industrie
come Lockheed Martin (armi e difesa), Exxon, Boeing, General
Electric, Alcoa, Nike, Gruppo Carlyle, Duke Energy, PepsiCo,
At&T.
Il
comitato è composto da dirigenti d'azienda, illustri accademici,
funzionari governativi ed ex leader. E’ così influente questo
gruppo che l’attuale embargo economico all’Iran è opera loro.
Nello studio pubblicato nel 2009 dal titolo: “Quale strada verso la
Persia?”, il Brookings ha esaminato attentamente le modalità con
cui l’amministrazione statunitense possa influenzare il cambio di
regime a Teheran, e il suggerimento, poi reso operativo, è stato di
costringere il paese a penalizzanti sanzioni economiche. La realtà è
che le analisi e le soluzioni fornite dal gruppo, vengono poi messe
in atto dai camerieri dei banchieri: i politici.
“Fa
tutto parte - spiega
Flynt Leverett, ex ufficiale del Consiglio di Sicurezza Nazionale
sotto Bush - di una
campagna di provocazione, finalizzata ad aumentare la pressione
sull’Iran. L’idea è che a un certo punto gli iraniani
risponderanno e allora l’Amministrazione avrà il pretesto per
colpirli”.
Stanno
cercando la scusante mediatica (armi nucleari o una risposta
militare) per poi intervenire e rovesciare il regime.
Problema
à Reazione à Soluzione
La
Soluzione è il
cambio di regime nei paesi considerati dall’élite il Male
assoluto: Siria e Iran per esempio, il tutto per instaurare delle
dittature militari e/o governi fantoccio filoccidentali; il Problema
è creare divisioni e dissidi
attraverso organizzazioni e la stampa, scontri armati, omicidi e
stragi grazie a mercenari e spie, facendo poi cadere la colpa sul
governo di turno, al fine di innescare la Reazione emotiva
violenta delle persone.
Allora
può intervenire l’esercito salvatore del Messia, lo zio Tom, che
con missili intelligenti, bombe a grappolo, al fosforo, all’uranio
impoverito, bombe nucleari tattiche e sporche può riportare la Pace
e l’Armonia, tanto implorata dalla miserabile e stremata
popolazione.
Non
ricorda qualcosa di già visto?
Il
ruolo della CIACosa c’entra la CIA in tutto questo?
L’Agenzia di intelligence più famosa al mondo, grazie ai film
propaganda di Hollywood, mette lo zampino da oltre sessant’anni in
tutte le guerre, attentati, colpi di stato e Rivoluzioni.
Secondo
la Commissione investigativa del senatore statunitense Church, la CIA
avrebbe organizzato oltre 3000 operazioni maggiori e 10.000
operazioni minori che hanno provocato la morte di più di 6 milioni
di persone.
Quando
c’è qualcosa di illegale, i servizi segreti hanno sempre la mani
in pasta.
Con i fondi neri che derivano dall’esportazione
illegale di droga e armi, le intelligence finanziano gruppi armati,
li addestrano e li preparano per i vari scenari globali.
Qualche
esempio? Negli anni Ottanta i mujaheddin, quando combattevano in
Afghanistan contro il nemico russo, erano dipinti, dalla cricca
massonica CIA & Hollywood, come eroi e combattenti per le
libertà. Venivano definiti come la “resistenza afghana”, e la
loro guerra decennale è stata finanziata segretamente
dall’intelligence.
Proprio
dalla CIA-mujaheddin nasce al-Qaeda, che non è il nome di un gruppo
terroristico, ma il nome di un database (o meglio “la base”)
con tutti i nomi dei mujaheddin e trafficanti internazionali di armi
utilizzato da CIA e dai regnanti sauditi. Per essere più precisi, si
trattava di due file: “Q eidat il-Maaloomaat” e “Q
eidat i-Taaleemaat”, tenuti in un unico file “Q eidat
ilmu'ti'aat”, abbreviato dagli arabi in al-Qaeda, che in arabo
significa la base.
Da allora la base, al-Qaeda, ha
continuato a ricevere segretamente supporto dalle varie intelligence
ed è stata utilizzata nei vari scenari: nel 2000 in Serbia (Esercito
di Liberazione del Kosovo) fino ai nostri giorni, nella infinita
e dissanguante “Guerra al terrorismo”.
Al-Qaeda
era un database che è diventato uno strumento militare pronto
per essere usato quando serve.
L’élite ha sempre avuto la
necessità di mantenere attiva la paura di qualsiasi genere.
Il
nemico è utilissimo perché da una parte permette di guadagnare
migliaia di miliardi di dollari per le spese militari, di sicurezza e
difesa, dall’altra occupare i media e distrarre l’attenzione del
grande pubblico e infine, far passare leggi repressive, antiliberali
e antidemocratiche.
Prima si faceva tutto questo grazie alla
Russia e alla Guerra Fredda, ora, dopo la caduta del muro di Berlino,
hanno dovuto creare dal nulla un altro nemico, uno molto più
subdolo, invisibile e feroce: il terrorismo.
Il
terrorismo diretto e indiretto oggi viene utilizzato in qualsiasi
situazione: è il classico nemico-amico camaleontico,
adattabile e funzionale al Sistema. Apparentemente è un nemico
quando uccide civili inermi (attentati, stragi, 11 settembre 2001,
ecc.), ma diventa utile quando permette l’intervento
militare successivo (Afghanistan, Iraq, ecc.).
L’invenzione
dell’Asse del MaleIl 2 marzo 2007 il generale Wesley Clarck
in una intervista a Amy Goodman, ha spiegato che l’amministrazione
Bush aveva programmato di “far fuori” sette paesi dell’Asse del
Male: Iraq, Libano, Somalia, Libia, Siria e Iran.
L’agenda
dell’élite, a prescindere dai vari burattini (Bush, Obama e gli
altri), è stata portata avanti in maniera sistematica, ad eccezione
dell’ultima roccaforte: l’Iran. Tutti gli altri paesi, chi più
chi meno, sono stati “liberati” e “occidentalizzati”.
L’ultimo
paese sovrano ad eccezione dell’Iran, è la Siria che è sempre
stata anche nella “lista nera” di Israele: è l’ultimo Stato
arabo indipendente, secolarizzato e multietnico in Medio Oriente,
fedele alleato dell’ex Persia e quindi un ostacolo per l’egemonia
israeliana sulla regione.
Una verità molto scomoda è che tutti i
governi arabi che rifiutano di sottomettersi al dominio
occidental-israeliano vengono tormentati con attentati e
destabilizzati di continuo, fino a essere costretti, se vogliono
sopravvivere, a sviluppare un apparato di sicurezza che risulta
totalitario. A questo punto, quando fa loro più comodo, le potenze
occidentali e Israele possono evidenziare, con toni accusatori, la
mancanza di “libertà” all’interno delle nazioni prese di mira
e avviare il processo di rovesciamento. Viene per così dire,
guardata la pagliuzza nell’occhio degli altri, ma non la trave nei
propri.
Come
nasce una Rivoluzione colorata?Ogni
Rivoluzione che si rispetti, ha un nome e un colore diversi:
Rivoluzione di Velluto in Cecoslovacchia, Rivoluzione
del 5 maggio in Serbia, delle Rose in Georgia, dei
Tulipani in Kirghizistan, dei Cedri in Libano, Arancione
in Ucraina, Zafferano in Myanmar, Verde in Iran e Viola
in Italia.
Colori e nomi a parte, dietro c’è sempre lo stesso
artista e il medesimo motto: Divide et Impera.
Prendendo
spunto dall’ultima strategia di gioco messa in atto in
Siria, ecco una breve panoramica che ben descrive però quello che
realmente è successo. Tale modello è lo stesso messo in atto anche
negli altri paesi.
Prima viene fondata una o più ONG,
Organizzazione non-governativa, per creare un clima di protesta nel
paese preso di mira; alcuni provocatori ben pagati organizzano
manifestazioni di piazza, per poi sparare sulla folla allo scopo di
alimentare le violenze; creare e pubblicare in Rete video artefatti
che danno l’illusione della repressione da parte del governo; si
procede con l’invasione delle città di confine con forze speciali
e squadroni della morte; si fomenta la guerra civile e si fabbricano
i pretesti per un intervento militare dell’ONU o della NATO; il
socialismo arabo e il governo popolare viene rimpiazzato da un
governo fantoccio nelle mani dei banchieri di Wall Street e della
City di Londra. Infine le multinazionali firmano i contratti
miliardari per la “ricostruzione“ e la “sicurezza”.
In
questo modo distruggono dall’interno un paese sovrano,
sostituiscono i legittimi governanti mettendo al loro posto un
governo fantoccio totalmente controllato, depredano le risorse del
sottosuolo (minerali, metalli, petrolio, gas, acqua, ecc.), e infine,
ricostruiscono dalle macerie, guadagnandoci migliaia di miliardi di
dollari.
Esportare la democrazia, è la scusa ufficiale
per cancellare dalle carte geografiche tutti i governi indipendenti e
sovrani, che potrebbero essere da esempio ad altri, mettendo a
rischio il controllo globale, e dall’altra parte, l’intervento
militar-industriale serve per accaparrarsi le risorse energetiche e/o
minerarie.
Pochi
sanno che il Regno Unito ha investito ben 500 milioni di dollari
nell’intervento della Nato in Libia, e non certo per liberare la
popolazione da una dittatura pluridecennale. Secondo il Dipartimento
del Commercio e degli Investimenti i contratti per la
ricostruzione del paese (sanità, educazione, elettricità e risorse
idriche) ammontano a più di 300 miliardi di dollari.
La guerra e
la successiva ricostruzione fa diventare ricchissimi, visto che il
rapporto è 1:600, cioè investi 1 dollaro e ne porti a casa 600.
La
strategia è perfetta e soprattutto ben oliata.
La
“Rivoluzione siriana”, i media e le false flagLa
rivoluzione è iniziata nel marzo 2011, quando sono scoppiati i primi
scontri armati, ma è stata concepita molto tempo prima…
Questa
rivoluzione è la copia carbone della maggior parte dei “cambi di
regime” incoraggiati e fomentati dalla CIA: mercenari, sicari
(vedere uno dei nostri precedenti articoli dal titolo “Il sicario
dell’economia”), squadroni della morte pagati centinaia di
migliaia di dollari per accendere la miccia, il tutto seguito da una
campagna di bombardamento al momento opportuno.
Esattamente
quello che è accaduto in Libia, con britannici e israeliani che
hanno coordinato le loro risorse e condiviso le dotazioni di
combattenti mercenari di al-Qaeda reclutati.
In Libia e Siria, i
cecchini e i criminali che hanno sparato sulla folla e sulla polizia,
erano soldati mercenari pagati per farlo.
I media mainstream
totalmente allineati, alterano e modificano sistematicamente le
notizie per farci credere quello che l’élite vuole che noi
crediamo: a sparare sulla folla sono stati i militari siriani o
libici.
Inventare
atrocità mai commesse è uno dei mezzi più antichi ed efficaci per
ottenere il supporto ad una guerra. Un esempio di questa strategia
sono le notizie che accusavano Muammar Gheddafi di avere colpito dei
pacifici dimostranti con aerei da combattimento, facendo una strage e
uccidendo più di 6000 civili, il doppio delle Torri Gemelle. Queste
notizie sono state il pretesto per l’espulsione del governo libico
dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e per
realizzare i crimini contro l’umanità verificatisi successivamente
in Libia.
Non stupisce sapere che una delle fonti di queste
gravissime accuse è la Lega Libica per i Diritti Umani, che
riceve sovvenzioni direttamente dal Dipartimento di Stato
americano...
L’esercito russo ha pubblicato un rapporto in cui
si afferma che la zona dove sarebbe avvenuta la strage è monitorata
costantemente dallo spazio con i loro satelliti, e nessun attacco ha
mai avuto luogo! Avete sentito questa notizia? Non è mai avvenuta
quella strage, quindi i media occidentali hanno riportato notizie
false, inventate di sana pianta.
Le
false flag o false bandiere, sono esattamente la
strategia contraria: un attentato o una strage realmente accaduta,
viene addebitata a qualcun altro. L’attacco alle Torri Gemelle
dell’11 settembre 2001 è la pietra miliare delle false flag:
l’auto-attentato è stato artatamente addebitato a dei talebani,
diventati per l’occasione piloti provetti di Boeing.
I
giornalisti embedden continuano ancora oggi, dopo ben 11 anni,
a riportare la versione ufficiale, quella cioè politicamente
corretta: i cattivi sono stati i talebani, mentre i buoni sono gli
americani.