Alcuni giorni fa, mentre ascoltavo in
autovettura una delle mie radio preferite che suonano principalmente
jazz e soul, mi sono imbattuto in un'intervista ad un locale
fotografo che veniva coinvolto in un programma di attualità.
Il programma era iniziato da tempo,
credo di avere sentito meno della metà dell'intervista, durante la
quale questo fotografo era considerato “un uomo di cultura”
capace di esprimere un parere sullo stato della città, e più in
generale sulla società contemporanea.
Mi ha colpito subito il solito e
logorroico riferimento agli anni della politica italiana in cui il
capo del governo era Berlusconi, per quanto siano pareri espressi in
piena libertà, la solita solfa sulla carenza di libertà di stampa e
pensiero, la voglia di riscatto dopo il male assoluto rappresentato
da B. e la preoccupazione che il suo elettorato non sia ancora del
tutto sparito. Ritengo che una persona che si patenta uomo di cultura
debba per rispetto al titolo vantato avere argomento più concreti,
più tecnici e scientificamente o filosoficamente sostenibili,
rispetto alle solite battute del bunga bunga.
Ma l'intervista proseguiva su vari
settori, principalmente dell'arte e della comunicazione nelle sue
varie espressioni, dove tutto veniva sempre additato per il male a
B., e per il bene all'anti B.
Il discorso è poi passato ai nuovi
mezzi di comunicazione di massa, social forum e blog vari, dove
veniva contestato il permesso a tutti di esprimere opinioni su arte e
politica, dimenticando che le due cose non sono coltivabili e
gestibili da tutti, l'uomo della strada in pratica secondo la tesi
espressa non avrebbe competenza per parlare a livello “culturale”
delle due cose. Il sapiente si è anche vantato di avere di proposito
bloccato l'opzione commenti al proprio blog, per evitare inutili
commenti di persone che non comprendono i suoi pensieri (che
tristezza, immaginate un quadro di Raffaello con la tenda nera
sollevabile dai soli studenti d'arte!!).
Allora mi incazzo! Ma come, hai appena
detto che B. era un censore, e poi parli di controllo delle opinioni?
Peraltro facendo una grande confusione tra opinione e recensione, se
le due cose possono essere così riassunte.
Infatti si contestava alle persone
comuni di parlare a vanvera di cultura nei social forum. Che grande
confusione! Come se si potesse mettere dei filtri ai discorsi fatti
dalle persone (di qualsiasi titolo sociale e scolastico) con metodi
da polizia Cecoslovacca. Queste sono opinioni liberamente espresse in
un modello democratico, passibili di querela quando offensive, ma
comunque opinioni. Ben diverso è parlare di cultura in un contesto
accademico, dove cambia completamente il contesto e la validazione
dei discorsi e delle tesi rappresentate. Dove non basta dire “sono
uno di cultura” ma il peso dell'opinione è dato dalla storia del
relatore (studi, testi scritti, esperienza) e dalla sua credibilità
e capacità di comunicazione. Questo è un contesto culturale, dove
peraltro anche l'ascoltatore è normalmente preparato ad accogliere
tali informazioni.
Questi imbecilli confondo opinioni con
contesti culturali, e poi si patentano esperti in chissà cosa.
Inoltre, in merito alla politica, contestavano a B. di avere portato
le veline al Palazzo del potere, macchiandone le pareti sacre dove il
politico era sempre stato un uomo creato dai partiti e non dalla
platea popolare. E mi incazzo ancora!! Ma chi lo dice? Il politico è
espressione del popolo, la gestione partitocratica è una corrosione
ed una distorsione della volontà popolare. Chiunque può essere un
politico, se ne ha capacità e competenza, e sopratutto se capisce il
volere della gente ed il limite tra potere ed abuso di potere.
Evviva la libertà ma sopratutto evviva
la competenza, parola sempre più rara in un popolo della domenica al
bar, dove tutti sono allenatori e professori.