Uno degli argomenti che sempre mi ha appassionato è il Vaticano.
Non solo come luogo simbolico di una chiesa millenaria e centro di
emanazione di una dottrina che raggiunge tutto il pianeta, e che ha
creato quel periodo buio per tutto il mondo chiamato medioevo, prima
del risveglio illuminista.
Mi riferisco allo Stato del vaticano S.p.A. - quello groviglio di
logge e stanze, di report e appunti, di dichiarazioni e silenzi, che
sa dosarsi ed equilibrarsi a tal punto da resistere a tutti gli
scandali ed a tutte le guerre. Quello Stato più impenetrabile di una
roccaforte militare, basato su regole ferree che poco hanno a che
fare con una religione, ma molto sanno di regime totalitario.
Per secoli questo governo, che riesce a dettare regolamenti
internazionali, spacciati per interpretazioni dogmatiche (niente di
strano essendo il governo di una delle principali religioni al
mondo), ha saputo intrattenere rapporti ed intrecciare affari e
malaffari nella più assoluta tranquillità, salvato da una censura
ed una compiacenza ineccepibile.
I tempi però cambiano, siamo nel periodo di Wekileaks e dello
spionaggio fai da te, dove i romantici infiltrati clandestini, abili
nel rubare segreti e rovesciare regimi, sono stati soppiantati dai
ribelli neerds che dal loro computer domestico aprono casseforti
multimediali inespugnabili, accedono a nodi di comunicazione ed
intercettano cablaggi criptati.
Ed in questo contesto neo-anarchico da spionaggio post moderno,
anche quel servizio di intelligence rinomato per la precisione,
acquirente delle migliori apparecchiature cifranti e dei
più sofisticati algoritmi di cifratura ha avuto le sue castagne da
togliere dal fuoco.
Qualcosa nel tempo è filtrato fuori dalle mura vaticane, ma la
solidità di un self control tipicamente cardinalizio ha sempre
saputo arginare le fughe di notizie, i libri scandalo e le varie
attivazioni dissacratorie o rivelatorie.
Ed arriviamo al 2012, si parte con una serie di articoli sulla
stampa, di uscite semiserie di preti schierati pro-Santità o
pro-rinnovamento, si instaura un diabolico sottobosco di segreti di
pulcinella e di scoop semiseri per portare all'uscita del libro “Sua
Santità” di NUZZI.
E qui salta fuori la spi-story vaticana. Questa volta nessun
metodo Wekileaks o introduzioni di esperti in stanze sensibili, meno
che mai cimici e intercettazioni ambientali, la fonte coltivata per
settimane, autentica cascata di fotocopie o racconti in presa
diretta, è un interno nome in codice Maria (sembrerebbe sia un
maggiordomo con accesso diretto alle stanze ed al carteggio papale).
Roba da rapina del secolo, bravissimo NUZZI ed il suo staff!
Fino a qui la cosa è interessante, carina per chi apprezza le
location di spie, poliziotti ed il bravo giornalista. La bruttura è
quando si va a leggere il libro, momento in cui ti cascano le .....
Nulla da dire sullo straordinario lavoro giornalistico che, con effetto di scacco al re, esce in stampa in un periodo già tropppo pesante per le cronache italiane. Altrettanto geniale il puzzle meticoloso che si capisce si sia dovuto afrontare per concatenare fatti verifiche ed intuizioni.
Purtroppo alla fine dalla lettura emerge la solita solfa di un gruppo di cardinali che si
scannano a vicenda, corrotti e corruttori, in una sfrenata corsa per
qualche poltrona o titolo onorifico. Traspare una triste
famiglia di alti prelati che poco ha a che fare con quel Cristo appeso in croce a
patire il dolore.
Vediamo dei mortali individui che predicano fede e
vivono nel fiele.
Alla fine fuoriesce un popolo di quaglie anziché di corvi, ingabbiate nella loro
egocentricità e nella loro apatia verso il cambiamento ed il
rinnovamento. Il materiale portato dalla "fonte Maria" è davvero eccezionale, il danno sulla sicurezza del Vaticano è paralizzante, ma il risultato finale è mortificante (non certo sconvolgente per un ateo come me), ovvero il solito inciuccio clericale all'italiana SIG!