L'Europa che non esiste! Tutti a osannare ed inneggiare un'istituzione che vive solo nella mente di chi la tiene viva per proprie esigenze corporative e speculative. Lo abbiamo visto e capito chiaramente con la guerra libica, quanto unita e sinergica sia questa unione europea, dove tutti gli stati si riuniscono per poi darsi i calci sotto il tavolo. Nel recente periodo si è visto come l'europa si basi esclusivamente su compromessi commerciali, si campa bene fino a quanto si deve decidere ed approvare il colore delle mele o la dimensione dei piselli in scatola. Quando invece si va a parare su argomenti reali, dalle economie interne ai politicismi campanilistici e autoreferenziali di chi deve farsi rieleggere in propria patria, allora si vede il vero volto di questo fantasma.
eccone l'ennesimo esempio:
TRATTO DA: IL GIORNALE
A NOI SCHETTINO, A VOI AUSCHWITZ
di Alessandro Sallusti
Il
settimanale tedesco "Der Spiegel" definisce gli italiani un popolo di
codardi. "Non sono una razza", scrivono. Loro sì. Protestiamo scrivendo
un messaggio sulla pagina Facebook della rivista. O inviando un'email alla loro redazione. Alessandro Sallusti risponde alle polemiche su Twitter
Una nota di protesta del nostro ambasciatore a Berlino e nulla di
più. Sta passando sotto silenzio l’aggressione all’Italia messa in atto
da Der Spiegel: copertina sul caso Concordia e un titolo che non lascia
spazio a equivoci: italiani codardi. Secondo loro siamo tutte persone da
evitare. Loro sì che sono bravi, "con noi certe cose non accadono
perché a differenza degli italiani siamo una razza". Protestiamo
scrivendo un messaggio sulla pagina Facebook della rivista. O inviando un'email alla loro redazione. Alessandro Sallusti risponde alle polemiche su Twitter
Una nota di protesta
del nostro ambasciatore a Berlino e nulla di più. Così sta passando di
fatto sotto silenzio l’aggressione all’Italia messa in atto da Der
Spiegel, il più importante settimanale tedesco: copertina sul caso
Concordia e un titolo che non lascia spazio a equivoci: «Italiani mordi e
fuggi» letteralmente, ma traducibile come «italiani codardi». Secondo
Der Spiegel siamo un popolo di Schettino e non c’è da meravigliarsi di
ciò che è successo al largo del Giglio. Di più: siamo tutte persone da
evitare, un peso per l’Europa, un ostacolo allo sviluppo della moneta
unica. Loro, i tedeschi, sì che sono bravi, «con noi certe cose non
accadono perché a differenza degli italiani siamo una razza».
Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell’Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto. È vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell’articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno. A differenza nostra, che di passeggeri ne abbiamo salvati 4.200 e di ebrei, all’epoca della sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia. Era italiano anche Giorgio Perlasca, fascista convinto, che rischiò la vita per salvare da solo oltre 5mila ebrei. È vero, noi italiani siamo fatti un po’ così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione che quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all’opera nelle nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e bambini, spesso alla schiena. Per la loro bravura e superiorità hanno fatto scoppiare due guerre mondiali che per due volte hanno distrutto l’Europa. Fanno i gradassi ma hanno finito di pagare (anche all’Italia) solo un anno fa (settembre 2010) il risarcimento dei danni provocati dal primo conflitto: 70 milioni di un debito che era di 125 miliardi. Ci hanno messo 92 anni e nel frattempo anche noi poverelli li abbiamo aiutati prima a difendersi dall’Unione Sovietica, poi a pagare il conto dell’unificazione delle due Germanie.
Questi tedeschi sono ancora oggi arroganti e pericolosi per l’Europa. Se Dio vuole non tuonano più i cannoni, ma l’arma della moneta non è meno pericolosa. Per questo non dobbiamo vergognarci. Noi avremmo pure uno Schettino, ma a loro Auschwitz non gliela toglierà mai nessuno.
TWITTER: @alesallusti
Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell’Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto. È vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell’articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno. A differenza nostra, che di passeggeri ne abbiamo salvati 4.200 e di ebrei, all’epoca della sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia. Era italiano anche Giorgio Perlasca, fascista convinto, che rischiò la vita per salvare da solo oltre 5mila ebrei. È vero, noi italiani siamo fatti un po’ così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione che quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all’opera nelle nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e bambini, spesso alla schiena. Per la loro bravura e superiorità hanno fatto scoppiare due guerre mondiali che per due volte hanno distrutto l’Europa. Fanno i gradassi ma hanno finito di pagare (anche all’Italia) solo un anno fa (settembre 2010) il risarcimento dei danni provocati dal primo conflitto: 70 milioni di un debito che era di 125 miliardi. Ci hanno messo 92 anni e nel frattempo anche noi poverelli li abbiamo aiutati prima a difendersi dall’Unione Sovietica, poi a pagare il conto dell’unificazione delle due Germanie.
Questi tedeschi sono ancora oggi arroganti e pericolosi per l’Europa. Se Dio vuole non tuonano più i cannoni, ma l’arma della moneta non è meno pericolosa. Per questo non dobbiamo vergognarci. Noi avremmo pure uno Schettino, ma a loro Auschwitz non gliela toglierà mai nessuno.
TWITTER: @alesallusti