Queste immagini sono la più cruda rappresentazione della condizione sociale italiana, sono la cartina al tornasole dei valori disciolti nella ipocrisia, nella rabbia, nella violenza, nell'iniettitudine alla civile convivenza. Quelle forme minime di rispetto verso il prossimo e verso se stessi sono precluse a tutta una generazione ingorda di successo e di presenzialismo, avida del proprio egocentrismo più barbato e devastante.
Inutile nascondersi dietro una riforma scolastica, quale che essa sia, inutile difendere la propria ferocia con il disagio giovanile, vergognoso infine sostenere che la lotta di piazza è l'unico strumento per combattere il capitalismo e la carenza di occupazione e sicurezze economiche.
Le società cambiano, si adeguano e si avvolgono sui propri principi ed errori, ma di fatto la violenza a qualsiasi titolo procurata gratuitamente a beni e persone non sarà mai la chiave di svolta, se non verso un imbarbarimento della causa e dell'effetto.
Con quale senso morale si può uscire la mattina, salutando la propria mamma e fratellini, andare sul bus, incontrare il gruppo di amici di battaglia e recarsi in piazza, oppure strada, indossare un armamentario composto da casco, sciarpa e guanti, per poi sfidare da dietro questa ipocrita maschera il "potere costituito" ovvero dei poliziotti pagati per garantire il rispetto delle regole. Così è semplice spaccare e sfondare tutto quanto rappresenta il capitalismo, negozi e banche, mezzi pubblici e beni artistici secolari, McDonald's e sedi pubbliche, senza metterci la faccia. Uomini nascosti nella mischia, parti ben integrate in una folla priva di soggetti, l'onda avanza minacciosa ma con un proprio nucleo vuoto.
Ma questi giovani (il termine per questioni demografiche oramai accoglie pure trentenni sfaticati) lottano contro se stessi, combattono una battaglia contro i soprusi e contro gli abusi dei tiranni del capitalismo, ma esibiscono tutti quei simboli consumistici di cui sono ghiotti divoratori.
Si organizzano usando internet, scambiano messaggi con i cellulari, leggono e-book, si cibano di panini preconfezionati con coca cola, ascoltano la musica piratata su mp3, vestono abiti alla moda qualunque essa sia, etc.
Allora contro cosa combatto questi quattro fessi che ogni volta devastano il bene comune, probabilmente sfuggono dall'inezia e capacità di autodeterminarsi in una società frenetica che non rispetta più nessuno.
Un tempo questi fenomeni erano collegati ad attività politiche estremiste, dove si cullavano leader e trascinatori, movimenti in cui si sono formati anche personaggi politici e quando si discutteva si leggeva filosofia e storia. Ora nelle piazze si agitano adolescenti demotivati e disossati, viziati, pronti a combattere pur di ottenere tutto e subito, senza passare da quelle regole di sacrificio e meritocrazia.
Mi ricordo anni fà la famosa spesa sociale del gruppo anarchico insurreazionalista di Casarini, andarono nei centri commerciali a rubare per il famoso diritto al possesso di un neo anarchico Robin Hood, solo che questi delinquenti non rubarono pane e formaggio o libri di testo per la loro fame fisica ed intellettuale. Uscirono dai negozi con tutti quegli oggetti tipici del mondo consumista: notebook, telefoni, macchine fotografiche, telecamere, forni a microonde etc.
Forse l'argomento oramai si poggia su una piattaforma di banalità sconcertante, ma di fatto così è se vi pare!
Non posso nutrire rispetto per chi non mi rispetta, posso dare solidarietà al povero lavoratore che combatte per mantenere lo stipendio, ovviamente fino a quando la protesta non diventa reato, ma per questa classe di imbecilli che vogliono solo essere contro (ma cosa?) nessuna pietà, una sana dose di galera e di rieducazione sociale, mandandoli a lavorare per i veri poveri, per i malati, per gli sfortunati, solo così potrei vedere giustizia.
Ed in ultima battuta, si vada ad osservare quanto fatto al liceo romano in questi giorni, sede di occupazione di giovani borghesotti capitalini, vestiti e nutriti dai propri genitori, hanno devastato in modo atroce la scuola che gli avrebbe liberati dalla propria ignoranza, che gli avrebbe consentito quella emancipazione necessaria per avere un ruolo ed una valenza sociale.
Anche qui non hanno certo fatto gare di lettura o laboratori culturali autogestiti, hanno distrutto tutto!
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